Stagioni
Le poesie di questa prima raccolta di Agnese Fabbri sono scritte in dialetto romagnolo, ad eccezione del primo componimento di ogni capitolo che è in italiano. Le stagioni descritte si manifestano in tempi e luoghi intimi, nei quali la voce narrante via via si mostra. Al tempo stesso, il lettore troverà sullo sfondo un mondo e un contesto che in quella lingua avevano, fino a tempi non remotissimi, il loro principale veicolo di comunicazione. Il livello più immediato è quello di una storia e memoria personale; ma in controluce, benché le poesie siano volte principalmente all'indagine dell'interiorità, l'uso del romagnolo, col suo andamento colloquiale, allude a una dimensione più ampia e in certa misura collettiva. Come descrive Giuseppe Bellosi nella prefazione: «Il dialetto diventa così la lingua della voce narrante di queste poesie, che può essere identificata solo in parte con l'autrice, ed è soprattutto lingua delle "morte stagioni", di chi è scomparso».
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Anno edizione:2022
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