Una storia crudele è il titolo del romanzo ma anche il titolo del manoscritto che viene lasciato dalla scrittrice Ubukata Keiko prima di scomparire. Perché la “storia crudele” là raccontata è proprio la sua ed è una verità cruda e sconvolgente mai raccontata, nemmeno agli agenti o agli psichiatri. Si tratta della storia del suo rapimento. “E non si preoccupi, non c'è bisogno che mi perdoni, perché nemmeno io credo di poterla perdonare.” All’età di dieci anni Keiko viene rapita dal venticinquenne Kenji che la terrà prigioniera per oltre un anno nella sua squallida stanza dalle finestre sbarrate, un luogo buio, freddo e sporco. Nel manoscritto Keiko ricostruisce ogni dettaglio della sua prigionia e del suo legame ambivalente con Kenji, prima abusatore, poi quasi amico, poi nuovamente carnefice. Un rapporto instabile e disturbante che nessuno può comprendere e che per questo Keiko ha taciuto per così tanti anni. Ancora una volta Kirino gioca sul confine tra realtà e menzogna portando il lettore a chiedersi cosa sia vero, cosa sia manipolato e cosa sia solo il frutto di una fervida immaginazione, in fondo cosa resta di una verità dopo che l’abbiamo raccontata così tante volte a noi stessi? Una storia crudele è un noir disturbante e psicologico in cui non è tanto importante scoprire la realtà quanto entrare nella psiche complessa dei personaggi: persone che vivono ai margini della società, disperati e soli, portati a compiere atti indicibili. E ancora, Kirino riflette anche sullo sguardo morboso con cui spesso si osservano le vittime di casi di cronaca, sulla loro spettacolarizzazione, sulla disumanizzazione cui sono sottoposte pur di ottenere dettagli grotteschi da divorare. Qui non ci sono né colpevoli né innocenti, né vincitori né vinti. Solo dolore, traumi irrisolti. Kirino è così, racconta verità scomode e si muove in quella zona grigia che spesso rimane invisibile. Io la amo per questo.
Una storia crudele
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Ubukata Keiko, trentacinquenne scrittrice di successo nota con lo pseudonimo di Koumi Narumi, scompare lasciando un'unica traccia dietro di sé: un manoscritto intitolato Una storia crudele. È la scioccante confessione del rapimento subito da bambina. A dieci anni, infatti, Keiko fu rapita nel quartiere a luci rosse in cui s'era maldestramente avventurata, e restò nelle mani di Kenji, il rapitore, per un anno intero stabilendo con lui un rapporto agghiacciante, ambivalente, la cui natura le è rimasta sempre oscura. Quando fu ritrovata, non rivelò niente di ciò che era accaduto, né alla polizia né agli psichiatri che avrebbero voluto aiutarla. Soltanto Miyasaka, un misterioso detective con un braccio solo, non si stancò d'indagare, forse innamorato della verità o forse di Keiko, oppure curioso di venire a capo di una vicenda dai dettagli morbosi.
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Autore:
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Anno edizione:2020
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Hikarisshelf 25 settembre 2025Fa male
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claudmi 06 febbraio 2025consiglio vivamente!
libro perfetto come primo approccio all'autrice, racchiude l'essenza di ogni sua opera, quindi se si ricerca un iniziale lettura questa è l'ideale. Dopo aver letto le quattro casalinghe di tokyo e grotesque questa sua storia mi ha colpita a pari livello delle altre. I temi trattati sono sempre molto complessi, ma lei lo fa con un'abilità perfetta. Mi è piaciuto molto, lo consiglio vivamente.
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Kelisa 06 gennaio 2025Ipnotico!
Libro potentissimo che ti tiene attaccato!
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