Superficie - Diego De Silva - copertina
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Letteratura: Italia
Superficie
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Descrizione


Prendete un luogo comune, smontatelo, rovesciatelo, trovategli amici e parenti, coniugi e amanti, nemici e complici. Denunciateli. Poi accostatelo a una battuta.

«Mentre ritornano come un ritornello alcune ossessioni personali, De Silva inanella sogni che si possono sottoscrivere ad analisi sociologiche sul carattere degli italiani.» - Cristina Taglietti, Corriere della Sera

«Quando sono di buonumore, poi mi passa. Il preservativo si trova sempre nel cassetto del comodino opposto. Sono d'accordo con Baudelaire»

Prendete un luogo comune, smontatelo, rovesciatelo, trovategli amici e parenti, coniugi e amanti, nemici e complici. Denunciateli. Poi accostatelo a una battuta, a un aforisma, a un nonsense: accendete la miccia e aspettate. Ad esplodere, sarà la vostra risata. È un gioco, sí, ma è una sarabanda dell'intelletto. Perché è vero: molti discorsi umani sono irresistibilmente comici, sembrano costruiti solo per iniziare e non andare mai a fondo. Sono grandiosi tentativi di semplificazione impastati in un chiacchiericcio che supera ogni pretesa di profondità per diventare, gioiosamente, superficie. E vanno inchiodati a se stessi, accostati ad altri o ad altro, perché nel flusso torrenziale si producano attriti, urti, ribaltamenti di senso. Proprio come avviene nelle reazioni chimiche, vanno messi accanto a un reagente che, consumandosi, li trasformi. Questo libro gioca con la nostra stupidità e la nostra intelligenza. È fatto di frasi fulminee il cui accostamento produce cortocircuiti spiazzanti e comicissimi. Come se Woody Allen, Groucho Marx e l'amico cretino di vostro zio si trovassero nella stessa stanza e parlassero ognuno per conto suo. È fatale: quando meno ve lo aspettate, scoppierete a ridere.

Dettagli

10 aprile 2018
112 p., Brossura
9788806236724

Valutazioni e recensioni

  •  Luca Ingenito
    Lettura a labbra stirate

    Libro breve che si legge facilmente e molto velocemente, scorrevole. Non ha trama, non ha storia, apparentemente i periodi ed il susseguirsi delle frasi possono sembrare sconnesse tra di loro, ma in realtà seguono uno schema alternato molto, che si rileva molto divertente.

  • Prendete un luogo comune, ribaltatelo, pizzico di filosofia, rifletteteci un po', ed ecco che il luogo comune smette di esserlo e ti accorgi che è tutt'altro. È un'idea comune. In fondo, cos'è il luogo comune se non la banalizzazione dell'ovvio? La peculiarità sta nella genesi, a come ci si arriva ad una determinata massima, il percorso da cui è scaturito. Il luogo comune è tale perché portato ai limiti dell'esasperazione, c'è una saturazione linguistica provocata dal suo uso, ma la sua origine è tutt'altro che banale, è stata frutto di un pensiero critico, forse della scintilla di un genio. È la vecchia storia dell'uovo di Colombo, in sostanza. La riflessione che in questo libro ci viene strappata col sorriso (ma anche con la risata più sfrenata) è dunque di tipo comunicativo: quali sono le possibilità creative, nell'epoca odierna, dove a tutti è concesso dire tutto; dove i social saturano l'aria di parole, immagini e suoni; dove chiunque pensa di essere un genio, ma è semplicemente dotato di connessione internet veloce? Questo libro che tenta, per l'appunto, di scardinare la superficie delle cose, fatto di frasi fulminee, spiazzanti ed estremamente comiche, è fatale proprio per questo: rivela ciò che pensiamo tutti, anche se non sapevi di saperlo.

  • Una sorta di grande calderone pieno di frasi fatte, qualcuna divertente, molte banali (volutamente banali), aforismi 3.0 che ricordano un po' le didascalie dei meme di Facebook, i tweet... La mia impressione iniziale è stata quella che Einaudi avesse voluto ricalcare il successo di Francesco Piccolo con i suoi trascurabili momenti di felicità/infelicità...ma lì erano raccontate delle "situazioni", Piccolo apriva una finestra sul nostro modo di essere e riusciva, con poche parole, ad "entrare" in momenti di vita vissuta...qui è tutto confuso, troppo slegato, troppo veloce. Troppo superficiale...come da titolo.

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Diego De Silva

1964, Napoli

Scrittore, giornalista e sceneggiatore napoletano, Diego De Silva ha pubblicato diversi libri tra i quali il romanzo Certi bambini (Einaudi, 2001), premio selezione Campiello, da cui è stato tratto il film omonimo diretto dai fratelli Frazzi, con la sceneggiatura firmata a quattro mani con Marcello Fois.Sempre presso Einaudi sono usciti i romanzi La donna di scorta (2001), Voglio guardare (2002), Da un'altra carne (2004), Non avevo capito niente (2007, Premio Napoli, finalista al premio Strega) e la pièce Casa chiusa, pubblicata con i testi teatrali di Valeria Parrella e Antonio Pascale nel volume Tre terzi. Del 2010 un nuovo romanzo, Mia suocera beve, con protagonista Vincenzo Malinconico, già al centro di Non avevo capito niente. Del 2011 è Sono contrario alle...

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