La tempestosa vita di Lazik - Il'ja Ehrenburg - copertina
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La tempestosa vita di Lazik
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Descrizione


Unione Sovietica, primo e periglioso decennio postrivoluzionario. In una sperduta, "qualsiasi" Gomel, Lazik Reutschwanetz, rispettabile quanto minuscolo sarto per uomo, conduce una vita non felice (perché la compagna Gersanovic dai suoi dieci centimetri d'altezza in più ostinatamente gli si nega) e tuttavia libera, fino al giorno in cui imprudentemente si lascia scappare un sospiro davanti a un manifesto pubblico. Di qui alla prigione il passo è brevissimo. E così pure dalla prigione a una nomade esistenza da irregolare. Lazik, sballottato di paese in paese, passa attraverso una serie ininterrotta di percosse, imprigionamenti e brillanti quanto temporanei successi mondani. Fino all'epilogo, geniale e assurdo.

Dettagli

1 ottobre 2009
273 p., Brossura
Burnaja zhizn' Lazika Rojtschwaneza
9788880573449

Valutazioni e recensioni

  • E’ un personaggio sui generis questo Lazik, sincero sino allo stremo, ironico ed arguto, insofferente e contrario alla stupidità gerarchica e di partito , furbo, ciarliero; cade mille volte e mille volte si rialza. Sembra un po’ l’emblema dell’ebreo errante, qui però la sua vicenda è inserita nell’Europa del primo dopoguerra pervasa da paure e da ideologie chiuse e nichilistiche. E lui viene sbattuto da una parte e dall’altra sgradito ai comunisti, agli internazionalistici, ai borghesi, ai ricchi ebrei, ai cristiani, visto spesso come una spia sia dagli uni cha dagli altri!. Certo le sue avventure presentano spunti di comicità, ma direi che è una comicità che si veste di tratti dolenti e grotteschi, che spesso ti fanno riflettere e provare una certa pena. Lazik nei suoi ragionamenti, che spesso agli interlocutori sembrano ingarbugliati è perfettamente lucido e lo rivelano quelle bellissime storielle, ricche della sapienza della tradizione rabbinica che ogni tanto egli inframmezza nei suoi ragionamenti. Lui cresciuto nell’ateismo, che non crede in Dio, tuttavia si rivela un fervido cultore della religione umanistica, di quell’umanesimo che ci rende tutti uguali, tutti con gli stessi diritti e gli stessi doveri! Bellissimo e significativo il finale!!

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