Tracce di cera sulle mie ali. Infiniti e fragilità
«Dall’incontro con le interessanti immagini poetiche di Cristina traspaiono la precarietà della natura umana e la sua difficile accettazione. Tale fragilità, la schiavitù di appartenere a un corpo finito che crea solo insoddisfazione, può essere superata attraverso la fuga nell’Infinito, nel Vento e nel Cielo. Nella leggerezza della natura, nell’aria zuccherina, nella rigogliosità e potenza delle piante, nel profumo della pioggia e della terra bagnata, l’anima dell’Artista si rincuora. La Poesia e l’Arte diventano così espressione del cammino verso l’infinito, via di salvezza e chiave di accettazione del limite sensoriale.»
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Anno edizione:2019
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