Tu l’hai detto è un romanzo intenso e poetico che dà voce a una delle storie d’amore più tormentate del Novecento: quella tra Sylvia Plath e Ted Hughes. A parlare non è la figura tragica di Sylvia, ma il marito, spesso condannato dalla narrazione pubblica come il colpevole della sua fine. Connie Palmen sceglie di raccontare il loro legame attraverso una confessione immaginaria ma verosimile di Hughes, attingendo direttamente dai suoi archivi. Quella che emerge non è una difesa, ma una testimonianza umana: un uomo che non si sottrae del tutto alla responsabilità, ma che cerca di comprendere la complessità di una donna geniale, fragile, ossessiva. La Palmen non si limita a ripercorrere le tappe del loro matrimonio, ma entra nel cuore della loro intimità emotiva e creativa. Racconta Sylvia non solo come poetessa straordinaria e autrice del celebre La campana di vetro (romanzo di formazione e specchio delle sue ossessioni), ma anche come donna segnata da profondi squilibri, ossessionata dal successo e imprigionata in un’idea di sé idealizzata quanto autodistruttiva. Il libro torna più volte su La campana di vetro, evidenziandone il valore di autopsia emotiva: una scrittura necessaria, in cui Plath riversa la tragicità della propria vita. Tu l’hai detto è anche una riflessione sulla simbiosi che può unire due anime affini e sulla profonda incomunicabilità che a volte si annida proprio nelle relazioni più totalizzanti. Vivere l’uno per l’altra non sempre significa capirsi. La scrittura è densa, lirica, ricca di immagini evocative e coerente con l’universo simbolico dei due protagonisti. Tu l’hai detto è un libro potente, toccante, che affronta il dolore, la colpa, la follia e l’impossibilità di salvare chi non vuole (o non può) essere salvato. È un’indagine sull’anima umana e sulla creazione artistica, che lascia il lettore scosso e commosso. Per me, è già uno dei libri più belli letti quest’anno.
Tu l'hai detto
Ted Hughes e Sylvia Plath, la coppia «maledetta» della letteratura moderna, segnata dal suicidio di Sylvia a soli trent'anni nel 1963, ha ispirato ogni sorta di speculazioni e mitizzazioni sulla fragile martire e il suo brutale carnefice. In questo romanzo Connie Palmen dà voce a Ted Hughes e fa raccontare a lui – il poeta, il marito, l'uomo che non può smettere di interrogarsi sulle proprie colpe ma che ha sempre mantenuto un religioso silenzio sulla moglie perduta – la sua verità. Una confessione intima, un incalzante viaggio emotivo che ci risucchia nella spirale di un amore tragico fra due scrittori uniti nel sacro fuoco dell'arte: dal primo folgorante incontro che sembra proiettarli in una sfera magica e rivelarli predestinati uno all'altra, al tempestivo matrimonio, il lungo viaggio nella natura americana, la mondanità letteraria di Londra e l'arrivo dei figli, la brillante carriera di lui e la lotta incessante di lei contro i propri demoni. Sylvia, l'irresistibile enfant prodige delle lettere americane, acuta, passionale, ma in realtà una bambina con l'anima di vetro che chiede aiuto, piena di incubi e paure, capace di vivere solo di assoluti, ossessionata dalle aspettative nei suoi confronti fino a includere anche la maternità nella sua ansia di successo, vittima di una mitologia personale che le impone il sacrificio sull'altare della poesia, il martirio come destino, liberazione e rinascita. Ted, l'intellettuale europeo affascinato dai reami dell'inconscio, che in lei trova una musa e una compagna di vita, che a lei dà tutto se stesso per cercare di salvarla dal suo lato oscuro, ritrovandosi intrappolato in un legame di mutua dipendenza sempre più viscerale, esigente, predatorio, e scoprendosi incapace di starle accanto.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Pagine_e_inchiostro 09 giugno 2025Tu l’hai detto
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MartaM 05 giugno 2023Un viaggio emotivo
“Per la maggior parte delle persone esistiamo solo in un libro…negli ultimi trentacinque anni ho dovuto assistere con impotente ribrezzo a come le nostre vite reali sono state sommerse da un’onda fangosa…di false testimonianze, pettegolezzi…leggende…Ho taciuto. Fino ad ora.” Così inizia il romanzo di Sylvia Plath e Ted Hughes. La cronaca del loro amore tormentato. Sylvia Plath è l’unica poetessa a cui mi sono interessata, ho letto i diari, La campana di vetro e ho la raccolta delle poesie. E “ascoltare” la voce di Ted è stata una conseguenza ovvia e una scelta giusta in quanto vera, visto che questo romanzo si basa su una raccolta di Ted stesso. Bellissimo…intenso. (fantastica l’edizione Iperborea)
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