Tu, sanguinosa infanzia - Michele Mari - copertina
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Letteratura: Italia
Tu, sanguinosa infanzia
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Descrizione


Il passato raccontato da Michele Mari è quello mitico e irrecuperabile dell'infanzia, eroso negli anni da una diaspora di oggetti e sentimenti il cui ricordo continua a sanguinare. Ma in questi racconti non c'è mai il rimpianto di una perduta età dell'oro, perché la violenza immaginifica dell'autore opera un recupero altissimo di emozioni infantili legate a un universo in cui le sole figure amiche sono quelle dei propri personali mostri e di pochi, semplici ma "fatidici" giocattoli. Ogni pagina spalanca abissi di malinconia dove fanno irruzione visioni fantastiche e terrificanti, in cui riecheggiano nitide le voci degli autori più amati, Stevenson, London, Poe, Melville. Così i giardinetti che accolgono gli svaghi pomeridiani dei bambini diventano lande inospitali, dove s'aggirano tremende creature mitologiche come le Antiche Madri; così un puzzle segna l'iniziazione a un'ascesi quasi monastica, così le copertine di Urania o le canzoni degli alpini diventano la palestra di ossessive elucubrazioni mentali, e tutto è tanto più feticisticamente inventariato quanto più la vita sembra cosa riservata ad altri. Una narrazione di trasalimenti e precoci nevrosi, condotta con commozione ma anche con feroce umorismo dalla voce inconfondibile di Michele Mari. Il ritorno di un libro uscito da Mondadori nel 1997, e già considerato da molti un piccolo, imprescindibile classico.

Dettagli

17 febbraio 2009
133 p., Brossura
9788806195434

Valutazioni e recensioni

  • martinapelacani
    faticoso

    2,5⭐️⭐️/5 Faticoso. Un linguaggio inspiegabilmente tendente all’aulico, a tratti incomprensibile. Peccato perché alcuni racconti sono stati molto piacevoli.

  • fpp

    Questa raccolta di racconti contiene delle perle assolute di stile e amara ironia

  • EvadiPalma
    Ciò che hai amato anche solo un mattino, tenertelo stretto fino alla morte

    Per chi è abituato a lasciarsi andare tra i flutti degli arabeschi immaginativi di Mari, questo affacciarsi alle sue personalissime nevrosi infantili è un rendez-vous dal suono intimo e familiare. Una scrittura densa, colta, golosa, un vocabolario straordinariamente ricco, quello con cui Mari asservisce la lingua ai propri personalissimi scopi, tirandola a dismisura e guardando con gli occhi sagaci dell’esperto il mai raggiunto punto di lacerazione. La traiettoria lungo la quale ci si muove nella lettura degli undici racconti è fatta dei mondi sepolti della paura di bambino, delle complicate relazioni personali e familiari – che hanno sempre un retrogusto di colpa e inettitudine –, di ossessioni puerili, nutrite da appagamenti osceni e da un senso atroce di inadempimento, di mostri e prodigi, i grumi irrisolti del mitico evo dell’infanzia di chi scava lungo la memoria stratificata dando egregiamente forma all’informe. Lacrymae rerum, gli oggetti riemergono alla stregua di reliquie di una dimensione che ci è appartenuta e che ora, arroccati in una disincantata maturità, ci appare irraggiungibile, un tempo sepolto e rimosso che torna sotto forma di fervida immaginazione, dolore privato di un paradiso perduto. Ciò che viene riesumato dà vita all’iconografia di un’età dell’oro, ove la letteratura diviene occasione di regressione. “Ciò che hai amato anche solo un mattino, tenertelo stretto fino alla morte”, il monito affidato al lettore, un filo di Arianna per non perderci nella ricerca archeologica lungo la poesia della memoria dello scrittore in un libro che lascia addosso il pulsare delle tempie, eco del violento pianto infantile, ormai lenito, accompagnato dal sapore ferroso della sanguinosa ferita mai rimarginata.

Conosci l'autore

Foto di Michele Mari

Michele Mari

1955, Milano

Michele Mari è scrittore, traduttore, poeta, filologo, docente di letteratura italiana all’Università Statale di Milano. Ai suoi lavori - negli anni molto apprezzati e premiati da pubblico e critica - sono stati assegnati diversi premi letterari, sia in ambito narrativo che per la produzione poetica. Tra i suoi titoli, Di bestia in bestia (Longanesi 1989), Io venía pien d'angoscia a rimirarti (Longanesi 1990; Marsilio 1998), La stiva e l'abisso (Bompiani 1992; Einaudi 2002), Euridice aveva un cane (Bompiani 1993; Einaudi 2004), Filologia dell'anfibio (Bompiani 1995; Laterza 2009), Tu, sanguinosa infanzia (Mondadori 1997; Einaudi 2009), Rondini sul filo (Mondadori 1999), I sepolcri illustrati (Portofranco 2000), Tutto il ferro...

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