Tutta la luce che non vediamo

Bellissimo libro in cui viene rappresentata una realtà fragile di due bambini,con le loro diverse vite che raccontano le loro difficoltà e in cui viene descritto come le affrontano,nonostante tutto, nonostante le loro situazioni così diverse,ma così simili

Un romanzo stupendo, pieno di descrizioni magnetiche di una Francia ormai distante nel tempo di quasi un secolo, eppure viva e presente davanti ai nostri occhi, grazie alla piccola Marie-Laure, la quale, per ironia della sorte, è affetta da una rara malattia degenerativa che le ha compromesso per sempre la vista, in un periodo pieno di orrore e distruzione dove tutto diventa particolarmente difficile per chiunque. Eppure il libro diventa interessante pagina dopo pagina, parola per parola, grazie al filtro narrativo - per nulla edulcorato, ma onesto nella sua giovane genuinità - di Marie-Laure e Werner, appartenente alla gioventù hitleriana. E, naturalmente, anche grazie a quelle straordinarie invenzioni che furono la radio e la telecomunicazione, così affascinante per due ragazzi tanto giovani e traboccanti di speranza in un momento storico di disperazione totale in cui sembrano dominare solo le tenebre. Ma, come ricorda costantemente il titolo del romanzo, tutta la luce che conta è proprio quella che non vediamo.

Un inizio non promettente, ma da metà libro in poi mi ha trascinata e assorbita completamente. Concordo con quanto letto qua e là: l'impostazione è decisamente "americana", ma resta comunque un bel libro.