Romanzo di rara e preziosa intensità, “Tutto il resto vien da sé” è una storia di morte e rinascita, di sentimenti e passione, di tormenti e angosce, ma anche di amore e speranza. In essa i tempi della guerra e della ferocia si annodano indissolubilmente con quelli della pace e della solidarietà. Gli odori e i sapori del conflitto si fondono con quelli della vita quotidiana. Antonella, con abile maestria da cantastorie, ci restituisce le atmosfere e gli ambienti di un piccolo universo, via di Palastreto, nel drammatico biennio 1943-1944. Un microcosmo ben definito e composito dove ogni personaggio ha una propria voce, un proprio canto. E dove le voci e i suoni della parlata toscana sono quelli, per noi fiorentini, della memoria… la memoria che scaturisce dalla profonda conoscenza del mondo in cui siamo cresciuti, insieme ai contadini e alle massaie, un mondo di cui conserviamo intatta l’immagine più recondita. Costruito su tre piani e tempi narrativi ben distinti che si sviluppano dagli ultimi due anni della guerra fino ai giorni nostri, “Tutto il resto vien da sé” è un romanzo in cui l’essenza delle vicende narrate trascende la drammaticità delle stesse, per farsi prototipo dell’atto del ricordo e del valore di questo nella memoria individuale e collettiva. Efficiente strumento di qualcosa che sta accadendo al di là di lei, Antonella crea un mondo di fantasia – ma, forse, non del tutto - in cui i personaggi vivono di vita propria e le cui voci parlano tramite lei. La storia viaggia in direzioni inaspettate e impensate e il compito di Antonella è quello di scriverla, senza necessariamente doverla e poterla dominare. E Via di Palastreto è il luogo magico in cui germogliano le storie, una fucina di amore e di violenza. Ci sono il dolore, la sofferenza e la morte, ma c’è anche una dimensione parallela, che è l’amore. Quello incondizionato. Quello di Ernesto per l’Argia e per la sua bambina, quello di Alvaro per Loretta, della Lida per la Leda e viceversa, di Loretta per il fratellino Bruno, di Spartaco per l’Uccellaia, di don Luigi per i suoi parrocchiani e la sua gente, di Heinrich per Loretta, di Loretta per Heinrich… E la morte non è la fine di tutto… è un accadimento, una trasformazione del presente che fermenta negli animi come un nutrimento per il domani… basti pensare alla scomparsa dell’Uccellaia, che fa sì che alla bambina di Spartaco sia imposto il suo vero nome, Edera, per perpetrarne il ricordo negli anni a venire e per l’eternità… La sapiente abilità narrativa di Antonella ci conduce alla scoperta della più intima sostanza di personaggi di cui conserveremo nel nostro cuore nomi e fisionomie virtuali, create dalla nostra vivida immaginazione e fantasia di lettori, ma non per questo meno nitide e definite. Custodiremo dentro di noi i loro volti e le loro storie, come sedimenti profondi in una sorta di memoria collettiva, al di là delle percezioni individuali. La potenza evocativa di Antonella conduce il nostro sguardo a percorrere il flusso della guerra, sulle orme dell’occupazione e poi della ritirata tedesca, dalla pianura toscana alla costiera adriatica, sulle fortificazioni appenniniche della Linea Gotica che corrono dalla Versilia al Senio fino alle Valli di Comacchio, mentre Loretta assume, a un certo punto della storia, una dimensione epica… dopo Heinrich, in Via di Palastreto il suo nome è messo al bando e lei esiliata, ma questo la trasfigura in una figura luminosa, una vera eroina dell’amore che, a me, ricorda tanto Alba Trueba, la nipote di Esteban Trueba protagonista di “La casa degli spiriti” di Isabel Allende. Anche Loretta, come Alba, è costretta a nascondere il suo amore per Heinrich e a viverlo in segreto, ma, come Alba, è disposta a tutto per amore… anche a subire l’inimmaginabile…. “Tutto il resto vien da sé” è un libro che tocca le corde più profonde dell’anima, corde che la straordinaria capacità creativa di Antonella pizzica come quelle di un’arpa.
Tutto il resto vien da sé
Un insospettato segreto di famiglia, rivelato in punto di morte, sconvolge la vita metodica di un sacerdote. La ricerca affannosa della verità condurrà don Carlo attraverso un variegato microcosmo che riemerge dal passato e che lo aiuterà a fugare la nebbia della sua vita e a riannodare i fili perduti. Sullo sfondo la provincia fiorentina, l’invasione tedesca e la straordinaria storia di una donna che ama contro ogni speranza.
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