Vedute di Genova. Testi in prosa e in versi con fotografie d'epoca
Tanto nella poesia del primo Sbarbaro Genova, soprattutto con i suoi vicoli notturni, appare riconoscibile ma mai nominata e dunque risulta essenzialmente simbolica nella sua dimensione meno accattivante, così invece nelle successive prose liriche, a partire dai Trucioli del 1920, i dettagli della città saranno minutamente dichiarati, come a voler disegnare ben precisati luoghi, ciascuno dei quali risulta segnato da una felice nota di colore, da un aneddoto, da un ritratto. Nulla riecheggia più l'ostilità iniziale verso la grande città, anche perché, all'interno di essa e nei suoi dintorni campestri, tante volte percorsi anche come raccoglitore di licheni, Sbarbaro si era ritagliato un insieme di paesi, quartieri, rioni, campi, stradine, insomma di quegli ambienti familiari che potevano riportarlo ad una dimensione più umana della convivenza cittadina.
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Anno edizione:2018
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