Quinto capitolo di una delle peggiori serie urban fantasy che mi sia mai capitato di leggere. Breve (complessivamente 275 pagine), narrato in prima persona dal vampiro Jack rimasto solo ed erede del creatore William, dà l’impressione che l’autrice, per portare per le lunghe una saga iniziata a due mani, ricorra a svariati, assurdi, sconclusionati episodi, tra l’altro pessimamente legati l’uno all’altro: minaccia nucleare sventata; scambio di corpi tra vampiri, umani ed animali; divinità celtiche e gallesi in carne ed ossa che viaggiano in aereo per dare perfomance delle loro magie più potenti; una cacciatrice di vampiri che, dopo essersi “attivata” secondo una profezia celtica e maya, ritorna poi alla più integra razionalità. Pur essendo l’ultimo libro completato della serie (anche in lingua originale), non ha una conclusione né coerente né comprensibile. Mi chiedo se l’autrice avesse preso la decisione, poi abortita, di continuare a scrivere altri libri, perché in caso contrario la scelta di mettere la parola “fine” in maniera così illogica è davvero sconcertante! Mi rammarico di aver letto tutti i 5 libri, poiché li ho trovati pessimi.
