"Venere in pelliccia" ha il merito di aver individuato, per primo, le complesse dinamiche alla base dei rapporti sadomasochistici. Quest'ultimo termine, infatti, deriva proprio dal nome dello scrittore "Sacher-Masoch" che, attraverso la descrizioni delle umiliazioni subite volontariamente dal protagonista, svela il piacere sotteso al dolore. Il sadismo, invece, assume quasi un valore di "cura" dalla persistente adesione al romanticismo e all'illusione. Opera da leggere, scorrevole e veloce.
Arte, letteratura, sensualità si intrecciano nelle pagine di "Venere in pelliccia", dove si racconta la relazione del giovane aristocratico galiziano Severin con Wanda Dunajew, una nobildonna vedova, ricca e bella. Con lei, antesignana di tanti personaggi femminili della letteratura decadente, il protagonista sottoscrive un vero e proprio contratto: sarà il suo schiavo, con il nome di Gregor, e lei la sua dea, con potere di vita e di morte purché, ispirandosi alla "Venere allo specchio" di Tiziano, indossi una pelliccia. Pubblicato nel 1870, e in una nuova versione ampiamente rivista (che qui si pubblica) nel 1878, "Venere in pelliccia" è un romanzo pervaso da forti toni autobiografici che non va però letto come un "diario", perché assai accentuato è l'aspetto di letterarietà: Sacher-Masoch fonde infatti gli elementi più tipici della cultura germanica, dal mito romantico dell'innamoramento per un'opera d'arte al tema faustiano del patto con una forza infernale, fino alla contrapposizione tra civilizzazione decadente (l'uomo, il Nord, il castello in Galizia di Wanda) e natura primigenia (la donna, il Sud, l'Italia dove i due compiono un viaggio). È in questo che risiede il fascino dell'opera, e la sua estetizzante, colta, ma non per questo meno potente, carica sensuale.
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Anno edizione:2013
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VIVIANA SANTORUM 17 maggio 2018
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Dopo aver visto il film di Roman Polanski, ho voluto conoscere il vero autore della storia. La trama è fuori dal comune soprattutto se contestualizzata al periodo storico, i dialloghi all’interno del libro offrono, a mio parere, spunti di riflessione. La narrazione é molto elegante, a volte vorresti sapere di più, vorresti di più dalla trama o dal racconto ma la verità é che non sono questi due aspetti quelli su cui ci si deve focalizzare. Scorre velocemente, non é un libro per tutti, ne uno di quelli che regali a natale.
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maria Briganti 05 marzo 2017
Questo libro l'ho letto recentemente e mi ha piacevolmente colpita. Ad essere onesta, mi aspettavo qualcosa di diverso, eppure non ha deluso le mie aspettative. E' intrigante, un pò lento e non succede un granchè durante tutto il romanzo, eppure riesce comunque a incuriosire e a far andare avanti nella lettura. Alcuni spunti di riflessione sono davvero molto interessanti. Essendo breve, si legge anche in fretta, in due giorni al massimo. Lo consiglio.
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