Viaggi nel tempo che fa. Piccola geografia meteorologico-letteraria - Luca Mercalli - copertina
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Letteratura: Italia
Viaggi nel tempo che fa. Piccola geografia meteorologico-letteraria
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Descrizione


L'intento di questi "Viaggi nel tempo che fa" non è quello di costruire una guida pratica ai climi del mondo, bensì di aprire una finestra su questo elemento della geografia del turismo a cui va sempre tantissima attenzione di pubblico, purtuttavia non corrisposta da eguale precisione delle informazioni. Descrizioni generiche e banali del tipo "caldo tropicale per gran parte dell'anno", "stagione delle piogge in estate", "basse temperature invernali" si ripetono all'infinito su dépliant e siti delle agenzie di viaggi, mentre mancano quasi sempre i numeri e i confronti con i dati misurati, che costituiscono la vera carta d'identità del clima di un luogo. I numeri e i dati, la precisione e l'autorevolezza, sono l'elemento cardine che caratterizza invece questo libro, strutturato in tre grandi sezioni: "Tempi del mondo", "Tempi d'Europa" e "Tempi d'Italia". Ma a tale autorevolezza Luca Mercalli riesce ad aggiungere le atmosfere narrative, talora colte dai grandi della letteratura mondiale, ottenendo cosi un quadro suggestivo, che amplia e completa la funzione rigorosa dei numeri.

Dettagli

1 giugno 2010
VII-220 p., Brossura
9788806203047

Valutazioni e recensioni

  • EMA DOVANO

    Il libro raccoglie novantuno articoli di Luca Mercalli usciti sul supplemento settimanale Viaggi di La Repubblica dall’estate del 2007 a quella del 2009 oltre a pagine inedite sul clima di alcune città e località che allora non erano citate. Nelle prime pagine è suggestiva la visione della Terra vista dalla galassia, uno zoom a partire al Sole –con la maiuscola, si parla della stella- e da lì considerata un pianetino con il 71 per cento di acqua blu e il 29 per cento di superficie verde o ocra o bianca, con intorno strisce tumultuose o nastri tranquilli di nuvole. Il clima, il tempo che fa, il suo cambiamento è argomento corrente sovente banalizzato dai nostri luoghi comuni: è un sistema complesso il clima, non è solo uno spunto per il turismo, per i nostri spostamenti, i viaggi. Noi siamo dei bipedi che nella grande maggioranza amiamo cieli sempre azzurri, temperature intorno ai 25 gradi per tutto l’anno, ventilazione leggera e costante e pioggia solo di notte. Come il clima della Sardegna e quello del litorale tra la Costa Azzurra e la Riviera dei Fiori –per dire dell’Italia. A meno di essere turisti del meteo estremo, quelli che lo leggono alla rovescia, che cercano segnali di peggioramento per andare a caccia delle enormi nuvole nere e delle raffiche di vento e dei cicloni – in Oklahoma e dintorni (Usa: dalla Tornado Alley al Mojave lungo la Route 66). Il clima su Torino fu studiato la prima volta nel 1681 dal livornese Donato Rossetti, Maestro delle Matematiche di Sua Altezza Reale; nel 1753 il professor Ignazio Somis, insegnante di medicina all’Università, cominciò a misurare la temperatura –in seguito gli strumenti si trasferiranno all’Accademia delle Scienze, poi a Palazzo Madama e oggi ai Giardini Reali, andando a costituire una delle più lunghe e complete serie di dati climatici del mondo (p.141). Grazie a loro ora si può dire del clima di Torino, con i suoi inverni luminosi o magici di neve, come l’ha descritta Gozzano (p.142) sulla rivista ‘La lettura’ in occasione dell’Esposizione del 1911 –tutto è coperto dalla neve e deformato da un’altra fantastica architettura- e gli autunni di nebbia, come ci ha raccontato Calvino (p.196) in Marcovaldo ovvero le stagioni in città nel ’63. Luca Mercalli aggiunge nei suoi articoli le atmosfere narrative di molti scrittori e poeti della letteratura mondiale: più di cinquanta titoli in cui il tempo meteorologico ha dato forza alle tragedie, ha concesso refrigerio alle fatiche (p.135, M.Barbery, L’eleganza del riccio – p.114, F.Tomizza, L’amicizia – ecc.) e ha fatto da quinta o da sfondo nelle storie narrate. Un compendio della storia della letteratura mondiale vista col filtro del clima, delle nuvole, delle tempeste, della neve. Addirittura alcuni elementi descritti nelle sequenze come in un video: si legge come nasce la bora di Trieste, improvvisamente, come da dietro una coperta, un sipario –la tenda nebbiosa là sopra si sollevava, si slabbrava, mostrando una striscia di ceruleo intenso, come l’apertura d’un mondo rinnovato. (…) Allora capii cos’era. Nasceva la bora. Si profilava sul ciglio dei colli e poi d’un balzo era giù, sulla città e sul mare (p.155, G.Stuparich, Il ritorno del padre). Come cresce e si sviluppa la tormenta di neve, che cade ancora abbondante in Russia come ai tempi di Tolstoj –nel racconto citato a p.82, La tempesta di neve (1856), come cadeva abbondante ad Amsterdam ai tempi di P.Brueghel (p.120): anche in gennaio 2010 alcuni canali sono gelati come allora nella città, come nei quadri di H.Avercamp. Il libro è una lettura anche istruttiva –oltre che piacevole- ogni articolo è vivacemente variabile, come i cieli del Belgio e dell’Irlanda (…un gregge che pascola in cielo, F.Mannoia) e quelli della Valle d’Aosta, regione in cui si passa, nel percorso di trenta chilometri, dai mandorli ai ghiacciai.

Conosci l'autore

Foto di Luca Mercalli

Luca Mercalli

1966, Torino

Inzia prestissimo ad interessarsi di meteorologia: nel suo libro Filosofia delle nuvole, racconta di aver costretto la famiglia a un viaggio fino a Ginevra per trovare alcuni libri di meteorologia che in Italia non erano reperibili. Consegue (a pieni voti) l'attestato di Cultura aeronautica in Meteorologia rilasciato dal Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare, ed effettua successivamente il servizio di leva in qualità di "previsore valanghe" presso il Meteomont della Brigata Alpina Taurinense.Vive in Val di Susa, prestando particolare attenzione alla riduzione dell'impatto ecologico:  fa una differenziazione particolarmente attenta dei rifiuti, coltiva l'orto e frequenta le biblioteche. Casa sua è...

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