La vita e la morte di Perzechella - Giovanni Iozzoli - copertina
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La vita e la morte di Perzechella
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Descrizione


Napoli, 1987. Nell'intreccio mutevole di destini dentro alla grande metropoli, due fili spaiati attirano l'attenzione del narratore. Sono due vite perfettamente incompiute. Alfonso è uno studente fuori corso di Medicina, politicizzato più per noia che per convinzione, figlio della piccola borghesia napoletana che si arrocca di anno in anno nel fasto perduto dei palazzi del centro. Lucia, detta Perzechella, è una tabaccaia abusiva con la bocca rossa e le spalle gracili, abituata a rispettare le leggi non scritte della vita di strada, e a guardare il mondo dal suo banchetto all'angolo tra via Mezzocannone e il Rettifilo. Nulla lascia presagire che due vite così diverse, distanti pochi passi eppure separate da un confine di casta invalicabile, possano osare di incontrarsi, addirittura di amarsi. Quando questo accade, ecco mettersi in moto un'imponente macchina narrativa fatta di personaggi, storie, sogni infranti, segreti criminali, vite precedenti... Come improvvisati funamboli, i personaggi si avventurano alla ricerca della verità: il tragitto è pieno di imprevisti, visionario e grottesco, affacciato sopra agli abissi delle piccolezze umane. E se la meta è una chimera, il viaggio è un romanzo.

Dettagli

416 p.
9788864624037

Valutazioni e recensioni

  • Lucia Crescenzio, detta Perzechella, vende sigarette abusivamente nell’angolo a Mezzocannone, Napoli, nel 1987 e nella sua routine incontra anche tanti studenti, tra cui Alfonso Amitrano, detto o’ student, fuoricorso in Medicina da troppo tempo. Due personaggi che non hanno nulla in comune, a partire dalle origini e dalla cultura. È dal loro incontro che si dipana l’intero romanzo, Perzechella non è la protagonista ma solo un punto di partenza da cui poi prende piede la vicenda e la galleria di personaggi che Giovanni Iozzoli produce. La vicenda comincia, appunto, nel 1987 e poi si interrompe bruscamente con l’omicidio di Perzechella, per opera d’ignoti, e ricomincia nel 2010 quando due personaggi un po’ bizzarri, un avvocato e un vecchio ispettore in pensione, decidono di riaprire da soli il caso perché “l’omicidio non va mai in prescrizione”. A quel punto sono passati ventitré anni e noi impariamo a conoscere ancora meglio i personaggi che nelle prime pagine avevamo visto solo di sfuggita. Mi è piaciuto il modo in cui l’autore ha fatto concludere il tutto, una fine dei giochi legittima, che lascia al lettore una sensazione per cui tutto va come dovrebbe essere, e tutti i vuoti del passato sono stati finalmente colmati. Questa non è solo la storia di un’indagine, ma proprio la storia di chi stanco di una vita che non va come vorrebbe, decide di mettersi in gioco – o è messo in gioco – diversamente. Ho apprezzato molto le capacità descrittive dell’autore e il modo in cui ha mosso i fili di questo giallo diverso da quello di accezione comune. Il ritmo è incalzante e tiene viva l’attenzione del lettore curioso di sapere come si snoderà la vicenda. Lo consiglio a chi a voglia di lasciarsi trasportare un po’ avanti e indietro tra passato e presente, tra Campania ed Emilia Romagna.

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