La strage compiuta la notte del 09 Agosto 1969 viene ricordata per la particolare efferatezza e perché a perdere la vita fu Sharon Tate, modella e attrice moglie di Roman Polanski, al momento dell’omicidio incinta di otto mesi. Con lei vennero uccise altre quattro persone. Accusati della strage, processati e condannati a morte con pena commutata in ergastolo, Charles Manson e i suoi seguaci. È interessante e istruttivo questo libro perché esamina a tutto tondo lo scenario sociale e politico dell’epoca, approfondendo i presupposti che hanno innalzato a leader carismatico un uomo semianalfabeta, violento e sociopatico. Manson appena dodicenne venne incarcerato e trascorse 14 anni fra diversi istituti di detenzione minorili, subendo ogni forma di abuso. Negli anni della contestazione giovanile, della generazione peace and love, caratterizzata dalla libertà sessuale e dalla voglia di rompere gli schemi della società benpensante, in pieno contrasto con il nuovo concetto di libertà senza possesso né proprietà, Manson ha fondato una setta nella quale lui era leader assoluto e capo indiscusso. Un gruppo di persone, soprattutto donne ridotte a schiave sessuali, che si è trasformato in un branco di assassini – ignoto il numero di omicidi compiuti Personaggio controverso – Manson è morto nel 2017 – per le numerose contraddizioni e misteri che avvolgono la sua figura. Lucida follia, immensa capacità di manipolare le persone, uso massiccio di droghe. La sua dottrina univa un misticismo incentrato sulla sua persona ad una demenziale interpretazione dei testi delle canzoni dei Beatles. Farneticava di una fantomatica guerra razziale cui sarebbe seguita l’immortalità per lui e per i suoi adepti. Questo libro fa pensare e riflettere perché purtroppo personaggi capaci di manipolare le menti sono ancora all’ordine del giorno, molte persone sono vittime di sette alienanti, intrappolate in false dottrine.
