Un giornalista e un fotografo con un giovane interprete russo e fidanzata, in un furgoncino, entrano legalmente nel Paese e poi lavorano illegalmente. Il viaggio di varie migliaia di chilometri inizia presso le sorgenti del fiume Volga, a Nordovest di Mosca, e finisce sulle spiagge del Mar Caspio. La domanda è “Cosa vuol dire essere russi al tempo del conflitto con l’Ucraina?” Mian sceglie il percorso del Volga perchè nella storia della Russia (e della sua letteratura) , quasi tutto è accaduto nel bacino di quel fiume – vita di personaggi assai importanti inclusa. L’elenco degli intervistati è molto variegato; si va dalla massima autorità della Chiesa Ortodossa a ragazzi in maglietta e sandali (disinteressati all’Occidente) passando per intellettuali di ogni tipo e posizione in rapporto al regime e per il capo di un vasto complesso agroindustriale. La lettura ci offre una gran quantità di informazioni tra eventi storici e attualità e perfino la cartina ha valore didattico, visto che dai nomi dei luoghi si estrae un campione del gran numero di popoli di etnie diverse che si riconoscono figli di Madre Russia. Ecco un esempio di notizia importante e divertente: le sanzioni dell’Occidente hanno favorito il settore agroindustriale dell’economia del paese e oltre a ridurre le importazioni di cereali adesso i Russi possono mangiare ottimi prosciutti e sofisticati formaggi “nazionali”. Libro ottimo. L’autore scrive molto bene e alternando argomenti diversi mantiene sempre sveglia l’attenzione del lettore.
Volga Blues. Viaggio nel cuore della Russia
Vista da Occidente, la Russia è oggi una terra lontana, misteriosa, ostile. Dall’invasione dell’Ucraina sembra sprofondata in un buio ancora più fitto che ai tempi più bui dell’Unione Sovietica, come un pianeta a sé stante, un mondo reso sinistramente lontano e inaccessibile dalla guerra. Sfidando i paranoici controlli dei servizi di sicurezza, Marzio G. Mian è tuttavia riuscito a viaggiare per seimila chilometri nella pancia, nel cuore e nell’anima della Russia. Per farlo ha scelto la rotta maestra della sua storia: il Volga, il fiume, totem e destino, autobiografia del popolo russo, secondo le parole di Michail Piotrovskij, direttore dell’Ermitage. Sulle sue sponde si è radicata, infatti, la fede ortodossa dopo il crollo di Costantinopoli, è sorto l’impero zarista, si è affermato quello sovietico, con la battaglia di Stalingrado e l’industrializzazione forzata di Stalin, si è consolidato il progetto neo-imperiale dell’autocrazia post-sovietica di Vladimir Putin. “Patria” dei tatari, dei cosacchi, dei monaci-santi, degli sciamani, di Razin, Pugacëv, Lenin, Kerenskij, Goncarov, Puškin, Gor’kij, Chlebnikov, della Russia arcaica e rurale, di quella metropolitana e dei grandi spazi pieni di nulla, delle steppe e dei sovchoz, delle fabbriche e delle izbe, della tradizione più reazionaria e della rivoluzione più spietata, il Volga è il fiume in cui Europa e Asia si incontrano o si dividono, a seconda che la bussola della Storia russa indichi Oriente oppure Occidente. Viaggiando da nord a sud, dalla sorgente nella regione del Valdaj, tra San Pietroburgo e Mosca, fino ad Astrakan’ sul Mar Caspio, passando per Tver’, Dubna, Rybinsk, Jaroslav’, Nižnij Novgorod, Kazan’, Ul’janovsk, Samara, Saratov, Volgograd, senza mai incontrare uno straniero, senza ascoltare altra lingua che il russo, Mian svela l’“altro fronte” del feroce scontro in atto con l’Occidente, il fronte di un popolo fatto di molte nazioni e tenuto insieme dal brutale, fragile, antico sogno di una civiltà imperiale. Sulle sponde del grande fiume che attraversa la Russia, alla ricerca delle radici di un paese travolto dal suo passato, àncora e demone, tabù e destino dei suoi tanti popoli. “Dietro la nuova cortina di ferro: Stalin, caviale e nazionalismo.” Harper’s Magazine “Seimila chilometri e quattro settimane di viaggio lungo il Volga, alla scoperta della Russia profonda. Un paese sempre più nazionalista e ripiegato su se stesso, dove la guerra in Ucraina è solo una presenza lontana e spettrale.” Internazionale
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eager reader 08 gennaio 2025Un giornalista e un fotografo..,
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maria laura de cristofaro 04 gennaio 2025Correzione refuso recensione
....20 russi morirono per ogni soldato tedesco per fermare l'avanzata di Hitler..
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maria laura de cristofaro 02 gennaio 2025Un libro-inchiesta lungo il Volga, dalla fonte sino al delta sul Mar Caspio. Un libro necessario per capire la Russia di ieri e di oggi.
Marzio Mian è un giornalista di fama internazionale, che crede e pratica l'indagine sul campo, e fondatore di progetti d'inchiesta internazionali anche non profit sul cambiamento climatico. Con il fotografo Alessandro Cosmelli, senza visto giornalistico, hanno seguito il corso del più lungo fiume d'Europa per un mese, svelandoci quanto il passato del popolo - anzi dei popoli russi - sia ancora presente, E quanto lo spirito di sacrificio che ha salvato l'Europa dal Nazismo (20 russi morti per fermare l'avanzata di Hitler nel 'granaio d'Europa"), sia stato drammaticamente piegato all'ideologia nazionalista e patriottica dal potere politico, culturale e religioso. DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE
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