Vuoti a perdere. Il disagio giovanile come fatto economico
Il fenomeno che ci siamo tristemente abituati a denominare "disagio giovanile" è in realtà un prodotto economico, politico e culturale. Nelle recenti generazioni non solo le menti, i cervelli, i corpi, ma anche le abitudini, le rappresentazioni del mondo e perfino i sogni sono terreno di caccia e colonizzazione da parte del mondo economico e di quella sua propaggine particolarmente tossica che è l'industria culturale. Come già detto, credere di poter risolvere questo disagio modificando questo o quell'aspetto è una pura illusione poiché il fenomeno è sistemico, e dunque permea quasi ogni ambito del contesto in cui crescono bambini e adolescenti, incluse le menti degli adulti che li circondano. Il cosiddetto disagio giovanile è dunque uno dei risultati di come la civiltà neoliberista è organizzata. I suoi principi costitutivi non contemplano bambini e adolescenti se non come fattori economici. Nessuna speranza allora? Non siamo così pessimisti. Si possono attuare operazioni di riduzione del danno anche di significativa entità, che vale la pena delineare.
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Anno edizione:2024
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In commercio dal:9 dicembre 2024
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