Una Modena devastata dalla mattanza vampirica descritta nel precedente "Il 18° Vampiro" sta lentamente cercando di tornare alla normalità. La presenza dei vampiri è ormai nota a tutti e i cittadini che possono permetterselo assoldano della gente che possa liberarli da quelli che si accaniscono su di loro. Claudio e Vergy, dopo aver tentato di rimettere in sesto la loro vita cercando di dimenticare la storia dei vampiri, vi si ritrovano catapultati dopo una chiamata della loro vecchia amica Elisabetta che li invita ad andare nei pressi dell'Alamo. In quell'occasione faranno casualmente conoscenza di Paride, uno di questi "mercenari" che sta facendo fortuna ammazzando i vampiri su commissione. Non avendo alternative e necessitando di soldi per vivere, i nostri due antieroi si troveranno costretti a tornare ad essere cacciatori di vampiri, stavolta alla corte di Paride, che si rivelerà essere un datore di lavoro molto meno disponibile de "l'amica". Quali pericoli si troveranno costretti ad affrontare e dove li condurrà questa volta la loro "missione"? Un degno successore del romanzo di apertura di quella che sarà la trilogia dei vampiri, in cui Claudio e Vergy conosceranno di più l'uno dell'altro e impareranno a convivere ed accettarsi, scoprendo di essere in realtà compagni, alleati e in ultimo amici, pronti a salvarsi la pelle l'un l'altro.
Il 36° giusto
Pensavamo di aver smesso di uccidere i vampiri, invece abbiamo ricominciato a farlo. Ora che è accaduto quel che è accaduto, è diventato quasi un mestiere. Non devi più nasconderti per cacciarli. Sono reietti, emarginati, abbandonati dai loro stessi Maestri. Le retrovie di un esercito allo sbando. Non c'è posto per loro. Ma nemmeno per noi. E la loro presenza giustifica in qualche modo la nostra. La loro mancanza di futuro si intreccia con la nostra voglia di speranza. Loro e noi. I vampiri e i cacciatori. Una battaglia senza onore né gloria tra disperati, dove in mezzo stanno le prede innocenti. E forse c'è più colpa in noi, che possiamo scegliere, che in loro, schiavi di una sete che non possono spegnere. Loro sono nati assassini, mentre noi siamo l'estrema difesa, sempre sull'orlo dello sfascio. In qualche modo ambiguo e discorde, però, nell'inconsapevolezza innocente dei semplici, non cessiamo di confidare in un brevissimo e insperato momento di giustizia.
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Autore:
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Anno edizione:2010
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GIOVANNA CARSUGHI 03 febbraio 2011
Dopo tante letture statunitensi di genere urban fantasy, finalmente una corroborante boccata di letteratura nostrana! Il titolo di questo sequel de “Il 18° vampiro” è una strizzatina d’occhio al precedente, evidenziato già dal doppio numerico dello stesso numero. La storia dei 36 Giusti si trova nella tradizione ebraica. Si racconta che in qualsiasi momento della storia dell'umanità ci siano sempre 36 Giusti al mondo. Nessuno sa chi siano, nemmeno loro stessi, ma sanno riconoscere le sofferenze e se ne fanno carico, perché sono nati Giusti e non possono ammettere l'ingiustizia. E' per amor loro che Dio non distrugge il mondo. Nel finale, però, sapremo chi effettivamente è, per l’autore, l’ultimo di questi leggendari 36. Il racconto inizia dal presente, per ricollegarsi brevemente_col solito stacco evidenziato dal passaggio al corsivo_al passato. Vengono narrate brevemente le avventure seguite all’uccisione del maestro vampiro assediatosi nella rocca di Corsano. Si ritorna, poi, al presente, con Claudio e Vergy che, dopo essersi temporaneamente ricongiunti con Elisabetta, decidono di mettersi al soldo di Paride (uno strafottente e saccente cacciatore di quei poveri vampiri ormai sbandati e ridotti allo stato brado, dopo la cosiddetta “mattanza vampirica”). Seguono tragicomiche e, nella stragrande maggioranza dei casi, molto claustrofobiche avventure che vedono Claudio e Vergy (ed in seguito anche Gabriele) alle prese con vampiri in un cimitero, tra tombe, cunicoli, battisteri, labirinti ed altre strambe architetture che sembrano scaturire l’una dall’altra all’infinito (episodio, questo, forse un po’ troppo prolisso, circa 100 pagine). Poi la caccia verterà su un solo vampiro alla volta, ognuno contrassegnato da un soprannome (prima in una zona abbandonata di discariche e vecchie fabbriche, poi contro un “romantico” vampiro in quel di Parigi), fatta eccezione per la parentesi natalizia al servizio come bodyguards di un ricco notaio nella sua isolata villa di vacanza sulle colline modenesi. Humour sfrenato, ironia crassa e profonda (innumerevoli le volte in cui sono scoppiata a ridere). Peccato solo per alcuni fastidiosi errori di stampa. Anche se “Il 18° Vampiro”, in particolare con la sua indimenticabile descrizione della Rocca di Corsano, mi è piaciuto di più (il primo amore non si scorda mai), anche “Il 36° Giusto” non può che essere definito l’encomiabile, originale e bislacca divagazione del nostro nuovo “immaginifico” post-moderno. Ben ritrovato tra noi! Il finale lascia presagire come minimo un successivo libro: lo spero vivamente!
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