in questa estate piuttosto avara di letture interessanti ho seguito i suggerimenti dell'inserto de La Repubblica - Robinson - ed ho acquistato questo romanzo di Pilar Quintana che ha vinto il premio Alfaguara 2021. L'autrice è nota per il successo de "La cagna" (che non ho letto) ed è ritenuta una delle scrittrici più importanti e talentuose dell'America Latina. Ma l'essere nati in Colombia non è condizione sufficiente per scrivere romanzi memorabili! Questo "Gli abissi" costituisce, a mio avviso, una narrazione gradevole, ma nulla di più. E' una storia al femminile che si caratterizza per lo sguardo, stupito e attento, di una bambina di otto anni - Claudia - sulle vicende della propria famiglia e, in particolare della madre - l'omonima Claudia. Donna infelicemente sposata ad un uomo più vecchio e distaccato, vittima della depressione e dell'abuso di alcool, che passa le giornate a letto leggendo riviste di attualità o raggomitolata su se stessa. Sprazzi di vitalità per una relazione clandestina, ma all'interno del nucleo familiare, brutalmente stroncata. La piccola Claudia assiste, medita e rielabora. Tra Calì e la finca in montagna, ricordando altre donne infelici e suicide, ma anche antichi demoni della tradizione popolare latino americana. Gli abissi, sia quelli naturali che quelli della psiche, sono sempre presenti nell'osservatorio di Claudia (la bimba) e, in un momento di grande confusione e infelicità, vi farà precipitare la bambola preferita - Paulina. Il dolore della solitudine, la mancanza di dialogo e supporto, la deriva della mente e del cuore rappresentano le chiavi di lettura di questo romanzo interessante (soprattutto per il pinto di osservazione di una bambina) ma non certo memorabile.
