Addio Gul'sary
Gul’sary è un nobile cavallo di razza costretto dall’invidia delle persone a diventare un animale da lavoro dopo essere stato castrato. Ajtmatov, figlio delle montagne e delle steppe kirghize, conoscitore di cammelli e cavalli, racconta della sua terra e di quanto possa essere profondo il vincolo che si crea tra un animale e l’uomo che lo rispetta. Memorabile è la descrizione della «gara del caprone» tra kirghizi e kazachi, dove Gul’sary, grazie al legame che lo lega al padrone, riesce a far vincere la sua squadra. Alla descrizione dell’anima delle genti kirghize, delle antiche tradizioni, dei sentimenti più genuini, si intreccia quella dell’esaltante periodo della rivoluzione russa. Gul’sary diventa così il simbolo della libertà, intesa come esigenza primaria di ogni uomo, della quale nessuno – uomo o cavallo – può fare a meno.
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Anno edizione:2022
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