Alla corte dei Borgia

Romanzo storico della fine del 400 molto coinvolgente e scorrevolissimo con personaggi vivaci e determinati, racconta la storia d'amore tra Sancia D'Aragona e Cesare Borgia.

La descrizione dei luoghi, dei costumi e delle usanze di Roma e Napoli è impeccabile e molto immersiva. Le vicessitudini che affronta la protagonista ti fanno immedesimare nel personaggio della nobildonna di quei tempi. L'unica pecca è la testardaggine della protagonista, a volte snervante. Non sono il tipo che legge un libro più di una volta, ma questo titolo mi tenta ogni giorno

L'idea di scrivere un romanzo su Sancia d'Aragona, nuora di papa Borgia che la Storia ci consegna come tenace, sensuale e dallo spirito libero, era ottima: una outsider sulla quale non si è scritto praticamente nulla poteva costituire un punto di vista inedito e privilegiato sulle vicende di una delle famiglie più intriganti della storia del Vaticano e non solo. Purtroppo però l'opera della Kalogridis risente di tutti i difetti del proprio genere, che si potrebbe definire come romanzo rosa a sfondo storico piuttosto che come romanzo storico vero e proprio. Sancia diventa una classica eroina senza macchia, bellissima, purissima, infallibile, di una virtù immacolata che stride con qualunque rapporto contemporaneo la riguardasse, circondata da figure abbiette che mai mancano di disgustarla sul piano etico e morale a dispetto dei tempi nei quali vive e della famiglia dalla quale proviene. Fanno da contorno stereotipi, macchiette e luoghi comuni più degni dei fumetti di Manara, i quali almeno hanno il merito di offrire splendidi disegni. In definitiva un romanzo storico senza storicità, quasi risibile e profondo come una pozzanghera.