L'altra collina. Cesare Pavese tra Reaglie e Pino
Nato per accidente a Santo Stefano Belbo, e spesso ridotto dai suoi critici a scrittore langarolo perso in un suo immaginario middle-west di provincia, Cesare Pavese fu invece intellettuale profondamente radicato nella città in cui trascorse quasi tutta la vita, Torino. Le stesse colline che fanno da sfondo alle sue opere non sono, in molti casi, quelle della Valle del Belbo, ma le più vicine alture che chiudono a Oriente la città piemontese (così, soprattutto, nel capolavoro la casa in collina). Qui, in uno dei borghi che le costellano, il giovane studente aveva trascorso le estati dell'adolescenza, per scoprire più tardi in quelle memorie le «radici» della sua poetica del mito: mai riconosciuta finora, Villa Pavese è stata individuata nel corso delle ricerche che hanno condotto a questo volume, ed è qui descritta per la prima volta. Dalla biografia all'opera (e viceversa), l'altra collina cerca insomma di reindirizzare fuori dallo stereotipo regionalista la lettura dello scrittore torinese, attraverso l'esplorazione di quel paesaggio liminale, quasi trait d'union tra la città industriale e il selvaggio della langa, rappresentato dalle basse alture del Po.
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Anno edizione:2025
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