Il volume di Paolo Isotta è simile e diverso allo stesso tempo da quello che lo ha preceduto e del quale potrebbe essere considerato un ideale prosecuzione. In comune con il precedente, ha la capacità di rendere chiare questioni complesse, di risvegliare curiosità, di divertire, perché tutto è raccontato con leggerezza e disinvoltura, come sa fare solo chi possieda perfettamente la propria materia per averla studiata a fondo e averla fino i fondo vissuta. Sono pagine, quelle di Paolo Isotta, che parlano di musica e di vita. Di diverso ha una maggiore concentrazione sulle questioni strettamente legate all'estetica e alla drammaturgia musicale. Scorrendo i capitoli, il lettore, anche non specialistico, è introdotto in un universo musicale che non è mai scontato, neanche quando l'autore ci parla di compositori che credevamo di conoscere. Per la sconfinata competenza di cui è in possesso, Paolo Isotta si può permettere di rimettere in gioco, con l'anticonformismo che caratterizza ogni sua scelta musicale ed esistenziale, canoni desueti e vecchi cliché.
Altri canti di Marte. Udire in voce mista al dolce suono
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Questo libro era nato come continuazione de "La virtù dell'elefante", che di nuovo ha fatto conoscere Paolo Isotta storico della musica e lo ha rivelato protagonista della letteratura italiana. Isotta avrebbe dovuto fare qualche correzione, parlare di qualche amico vecchio e nuovo, di qualche altro libro letto, di qualche film visto, di musica ascoltata. Però quando ha incominciato a scrivere non immaginava che quest'opera possedesse una volontà propria e, nel breve giro della stesura (da gennaio a luglio del 2015), la affermasse progressivamente. Così "Altri canti di Marte" è la serie di aggiunte e correzioni promessa; ma contiene anche le più profonde riflessioni dell'autore sulla musica: scritte adesso ed ex novo. Vi sono le pagine sui prediletti Alessandro Scarlatti, Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Cajkovskij, Verdi; e una "lettura" del "Parsifal" di Wagner che apporta nuova luce sul capolavoro. Ma l'indagine di Isotta si è rivolta particolarmente al Novecento musicale: i capitoli più densi sono quelli su George Enescu, Karol Szymanowski, Franco Alfano, Ottorino Respighi e Gino Marinuzzi, che fin qui nessuno aveva considerato addirittura come fra i sommi compositori del Novecento.
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Anno edizione:2015
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