Tante storie, 21 racconti di vite vissute ora in Polonia ora negli Stati Uniti ora in Israele i cui protagonisti vivono tutto sommato una crisi della loro spiritualità, della loro natura. C’è sì un riconoscersi in una comunità che, anche se divisa, condivide gli stessi valori, ma questa stessa comunità sembra disgregarsi proprio sotto i colpi della storia e della vita. Non c’è nessuna storia edificatrice e se ci sono come per esempio nel caso del prof. Eibeschutz nella novella “I piccioni” alla fine si è pervasi da un senso di amarezza, della fine incombente di una umanità disumanizzata. Solo gli animali sembrano aver mantenuto e, come un miracolo, accresciuto quel senso di riconoscenza e bontà che tutti noi dovremmo avere. Non c’è un personaggio “bello” sia in senso fisico che spirituale, sembra che Singer voglia ritrarre anche nell’aspetto fisico quella difficoltà esistenziale, quella complessità della vita che divide anche la lingua: c’è chi parla yiddish, chi israeliano, chi inglese, chi polacco come in una “babele” in cui è difficile capirsi ma che è estremamente utile per interpretare il mondo moderno disgregato in una molteplicità centrifuga e caotica. I personaggi sono molto vari :a volte pittoreschi, patetici o intensamente religiosi, ma per lo più favolosamente ingenui ,candidi, giusto per indicare come nella vita ci sia un gran miscuglio di bene e di male, di quella umanità e bestialità di cui è fatta la vita. Ma su di loro e sul loro mondo si muove e sovrasta la sottile ironia dell’autore che vuole sì sottolineare la negatività della realtà ma anche contrapporre ad essa un tentativo di recupero della tradizione. E l’espediente del narratore/autore è centrale perché è lui il portatore di una revisione delle vicende, di uno scavo intenso nei meccanismi che governano i movimenti umani, le coscienze disturbate, i dolori più laceranti, le finzioni o i capricci che servono per sopravvivere, per dare un senso alle risposte che purtroppo sembrano senza risposta. La sua scrittura è unica, trasparente, veramente capace di fare rivivere le vicende che descrive
Un amico di Kafka
L'"amico di Kafka" che dà il titolo a questo volume di racconti è un ex attore del teatro yiddish di Varsavia, disoccupato e vanesio, che si atteggia a dongiovanni e si vanta di aver conosciuto il famoso scrittore praghese. Una facciata pretestuosa che nasconde, in realtà, la contrapposizione di due diverse visioni dello stesso mondo. La prima è assillante nella ricerca di una via di scampo che si sa impossibile; la seconda recupera invece la speranza attraverso un'esplosione di espedienti magici che offrono ogni libertà alla fantasia umana. Accanto a "Un amico di Kafka", giustamente considerato un capolavoro nonché una tra le prose più limpide ed enigmatiche della maturità di Singer, appaiono altri venti racconti, tra i più significativi dell'ultima produzione del Premio Nobel, che spaziano dall'Est europeo al Nuovo Mondo e attraversano le varie epoche del nostro secolo, nel tentativo costante di recuperare i valori della tradizione e di sondare le pieghe più riposte dell'animo umano.
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Autore:
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Edizione:2
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Anno edizione:2011
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