Temi importanti a livello sociale della nostra quotidianità sono affrontati in questo libro con semplicità e praticità, non con leggerezza come il termine "fiaba" potrebbe far pensare. Alla fine di ogni racconto l'Autore si rivolge direttamente ai Lettori, creando un dibattito riportato in forma di dialogo. I Lettori, tuttavia, non riescono mai a cogliere la morale, l'insegnamento che c’è dietro la semplice narrazione e per questo alla fine ne restano delusi. L'Autore, invece, difende i propri racconti, nei quali tramite esempi semplici e personaggi ben delineati tratta temi importanti e parla di emancipazione femminile, di accettazione del diverso, del diritto di decidere della propria morte, dell’inutilità di badare al giudizio degli altri. I racconti, brevi e d’impatto, si caricano sin da subito di significato e la loro morale, sebbene non espressa direttamente, è limpida e diretta.
"Otto storie, per lo più strampalate e inconcludenti; niente messaggio, niente morale almeno nel senso tradizionale del termine . Le fiabe quelle vere si sa, hanno un'origine popolare. Scrivere fiabe, oggi, è un'operazione temeraria, intanto perché il genere è antico e ben codificato e si lascia contaminare, ma sovente a scapito dell'autenticità, se non si ha chiaro il senso dell'operazione che si mette in essere". Il testo è arricchito da un intervento di Rosella De Leonibus, psicologa e psicoterapeuta, sul senso della fiaba e da cinque mappe dell'artista Luigi Fosca, che costituiscono una diversa sequenza narrativa di come la pagina si fa struttura.
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Informazioni:
103 p., f.to cm 20,5 x 13,5, brossura illustrata con alette. Con un intervento di Rosella De Leonibus. Nuovo 9788889840467.
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2009
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Pagine:104 p., ill. , Brossura
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Di fronte alla parola "fiabe" presente nel titolo, è concreto il rischio che il lettore adulto collochi immediatamente questo libro tra i testi per bambini. Invece "Andar per fiabe" non è esattamente un libro di fiabe, così come non è esattamente in libro per bambini. Già nell'introduzione, l'autrice riflette con apparente leggerezza sul genere della fiaba e sulla sua collocazione nell'immaginario contemporaneo. Se l'introduzione lascia un indizio, la prova di essere di fronte a qualcosa di particolare sta nelle storie stesse: il libro gioca con la struttura classica della fiaba modificandola per sorprendere il lettore, disattendendo le sue aspettative e coinvolgendolo tra una storia e l'altra in un divertente dialogo immaginario con l'Autore (al maschile nel testo, inteso come ruolo anziché come riferimento all'autrice in carne e ossa). Un libro di fiabe ma anche sulle fiabe, valido sia come raccolta di fiabe non classiche, sia come invito e guida a osservare la fiaba dall'interno per scorgerne i meccanismi. Consigliato ai lettori curiosi. Rosario Maria Oliveri
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