L’arte è rotta – o meglio, si è rotta la bellissima finzione in cui l’industria dell’arte amava specchiarsi. “Il migliore dei sistemi possibili” si basa su precariato, classismo e autoreferenzialità; ma quel che è peggio è che oggi l’arte appare senza vocazione. Un vestito intellettuale per grandi ego, da sfoggiare con opere educate, perbene, accondiscendenti, opere su «temi di attualità», opere di cui non si capisce nulla, opere fighette. Questi saggi di Christian Caliandro vanno oltre la critica d’arte per farsi critica del nostro tempo likeable, dove tutto è pianificato per piacere – e dunque anti-artistico. Ma sono anche un diario e un racconto di alcune esperienze autentiche, che pure esistono, e il punto di partenza per una visione differente. Quella di un’arte che si riallaccia al mondo reale, non retorica e non consolatoria, disponibile all’imprevisto; che entra nei palazzi, vive le strade e i quartieri. Un’arte che si mette in dubbio e discute con le persone, scavalcando il recinto in cui si è rinchiusa da sola.
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Anno edizione:2022
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