Questo libro mi ha fatto conoscere una parte di storia coreana importante. La scrittrice riesce a farti entrare nei personaggi provando le loro stesse emozioni e sentimenti. Mi ha toccato molto il fatto che "i morti non furono solo quelli che persero la vita". Molti dei sopravvissuti vissero in solitudine, in disgrazia o con disturbi mentali, senza contare quelli che si suicidarono.
Atti umani
Han Kang, con il terso, spietato lirismo della sua scrittura, scruta tante vite dilaniate, racconta oggi l’indicibile, le laceranti dissonanze di un passato che si voleva cancellato.
Una palestra comunale, decine di cadaveri che saturano l’aria di un "orribile tanfo putrido". Siamo a Gwangju, in Corea del Sud, nel maggio 1980: dopo il colpo di Stato di Chun Doo-hwan, in tutto il paese vige la legge marziale. Quando i militari hanno aperto il fuoco su un corteo di protesta è iniziata l’insurrezione, seguita da brutali rappresaglie; "Atti umani" è il coro polifonico dei vivi e dei morti di una carneficina mai veramente narrata in Occidente. Conosciamo il quindicenne Dong-ho, alla ricerca di un amico scomparso; Eun-sook, la redattrice che ha assaggiato il "rullo inchiostratore" della censura e i "sette schiaffi" di un interrogatorio; l’anonimo prigioniero che ha avuto la sfortuna di sopravvivere; la giovane operaia calpestata a sangue da un poliziotto in borghese. Dopo il massacro, ancora anni di carcere, sevizie, delazioni, dinieghi; al volgere del millennio stentate aperture, parziali ammissioni, tardive commemorazioni. Han Kang, con il terso, spietato lirismo della sua scrittura, scruta tante vite dilaniate, racconta oggi l’indicibile, le laceranti dissonanze di un passato che si voleva cancellato.
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2023
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Patty 19 ottobre 2025Onore ai caduti
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Paola 15 ottobre 2025Restare umani
Restare umani è cosa più difficile del previsto in determinate situazioni. Han Kang ne esplora il significato e ci dà una gran lezione di vita e di letteratura
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Nicola 20 settembre 2025Elogio della dignità
Crudo e potente, ma delicato e poetico allo stesso tempo. Senza retorica, ti colpisce in faccia come uno schiaffo, anzi sette schiaffi, ma la reazione che suscita non é cieca rabbia, ma dolore sordo ed ammirazione per il coraggio mostrato. Non un coraggio spericolato, ma razionale, lucido, forse meglio chiamarlo dignità, che disarma la violenza e mostra quanto diversi possano essere questi atti, pur essendo sempre umani.
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