Auto da fé di Elias Canetti è un viaggio disturbante nella psiche di un intellettuale isolato, prigioniero dei propri libri e delle proprie ossessioni. La scrittura densa e visionaria svela un mondo dominato dalla follia, dal potere e dall’incomunicabilità umana. Ogni personaggio incarna una distorsione estrema della realtà, contribuendo a un’atmosfera claustrofobica e surreale. Canetti costruisce un'opera unica e inquietante, che sfida il lettore a confrontarsi con i limiti della ragione.
Auto da fé
Da una parte un grande studioso, Kien, che disprezza i professori, ritiene superflui i contatti con il mondo e ama in fondo una cosa sola: i libri. Dall'altra la sua governante, Therese, che raccoglie in sé le più raffinate essenze della meschinità umana. Il romanzo racconta l'incrociarsi di queste due remote traiettorie e ciò che ne consegue: la minuziosa, feroce vendetta della vita su Kien, che aveva voluto eluderla con la stessa accuratezza con cui analizzava un testo antico.
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Edizione:6
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Anno edizione:2001
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Dave 09 aprile 2025L'ossessione che divora la mente
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Filippo 03 gennaio 2025Inquietante e coinvolgente
Auto da fé è un romanzo straordinario e inquietante che indaga l'isolamento, l'ossessione e il degrado umano. Attraverso la vicenda del sinologo Kien, Canetti dipinge un mondo soffocante, dove il sapere si trasforma in prigione. La prosa densa e visionaria riflette il caos interiore dei personaggi e le contraddizioni della società moderna. Un'opera complessa e potente, che sfida il lettore con le sue profondità filosofiche e psicologiche.
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E’ uno dei libri più potenti che abbia letto. Il testo unisce e miscela l’angoscia, l’ironia, l’irrazionalità non solo della vita ma proprio del mondo, è opera dissacrante ed acuta che sottolinea la disumanizzazione, la desolazione della società umana e la più o meno lucida follia quotidiana. E’ difficile farne una sintesi perché le vicende sono forse gli elementi che meno impressionano nell’opera. Basti solo la denominazione della divisione del testo : -Una testa senza mondo- , -Un mondo senza testa- ed infine - Il mondo nella testa. Nella prima sezione, Una testa senza mondo, c’è l’uomo, il protagonista, Kien, LA TESTA, che vive solo ed esclusivamente per i suoi libri, non esiste il mondo al di fuori dei suoi libri, i suoi figli, il suo universo, la verità, l’unica immortalità. Ma fuori c’è il mondo che spinge, urge: un mondo sordido, grottesco, crudele, gretto, meschino che nulla ha di umano. Infatti la seconda sezione, Un mondo senza testa, è proprio la più tragica perche Kien viene sopraffatto dal mondo, lui incompreso ed incomprensibile a tutti!! La terza sezione Il mondo nella testa dovrebbe segnare l’unione dei due mondi e invece la catastrofe è inevitabile. Tutti i personaggi, tutto il mondo è sprofondato nell’assurdo, nella inumanità e allora non c’è soluzione, se non la distruzione della Verità stessa, sia che essa si cerchi nei libri sia che la si cerchi nella immortalità della vita collettiva, nella società disumana e disumanizzante. Lo stile è spiazzante , inquieto, aggressivo con quei monologhi feroci, caustici , critici tali da dissacrare anche ciò che il senso comune tollera e consacra. Il lettore è spesso a disagio perché spesso si sente sbattere sul muso l’ipocrisia e il conformismo che imperavano un tempo e che imperano tuttora. Tuttavia il libro ti prende, ti avvolge e non riesci a fermarti!!
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