Stiamo parlando di un album, a mio parere, ottimo in senso assoluto, ma parzialmente deludente rispetto alle aspettative create dopo il primo disco ("Socialismo Tascabile"), a mio avviso uno dei capolavori della musica italiana dell' ultimo decennio. I punti di forza restano sempre quelli: testi (declamati e non cantati) con un immaginario nostalgicamente "sinistrorso" ma allo stesso tempo ironico, serio e faceto uniti contemporaneamente nella stessa canzone, in grado di farti ridere e piangere assieme, e musiche che si adattano perfettamente ai climax dei "racconti" (spesso autobiografici) delle canzoni. Tutto bene allora? Non proprio tutto: il meccanismo da me appena descritto a mio avviso risulta un po' meno efficace (e a volte un po' più "forzato") del primo album, dove si ravvisava un' urgenza espressiva superiore, e la scelta in fase di missaggio di porre la voce in secondo piano rispetto agli strumenti non mi sembra particolarmente felice perchè il parlato non risulta fin da subito nitido come nel precedente album. Detto questo, risulta comunque un album largamente superiore rispetto alla media italiana degli ultimi anni.
