Nel parcheggio di un ristorante, una donna rimprovera l’amante (un piccolo imprenditore sull’orlo del tracollo) di aver scelto per la loro cena un locale consigliato dalla moglie. Decidono allora di cambiare destinazione ma, mentre lui fa manovra, finisce per investire un’anziana signora. Nulla di grave, se non fosse che quella donna è lì per festeggiare il compleanno insieme al figlio e alla nuora, la quale é intima amica della moglie del fedifrago. Da questo intreccio quasi farsesco prende avvio il meccanismo tipico del teatro della Reza: un gioco scenico che, attraverso dettagli minimi, battute taglienti e silenzi eloquenti, mette a nudo le tensioni e i goffi tentativi dei cinque personaggi di salvare le apparenze. Tutti, in modo diverso, sono costantemente in bilico, impegnati a fare un’inutile quanto fallimentare “bella figura” davanti agli altri. L’opera diverte e fa sorridere, ma dietro l’umorismo si cela un senso di fragilità che lascia trasparire il vuoto esistenziale dei protagonisti. La Reza, ancora una volta, sa raccontare con intelligenza dissacrante le contraddizioni della borghesia, in poche pagine piena di sarcasmo e amarezza. È un testo breve, essenziale, ma attraversato da una malinconia che rende ancora più struggente il fallimento dei suoi personaggi, incapaci di reggere il peso delle convenzioni sociali che li imprigionano. Insomma, un’opera che smaschera con leggerezza la tragicommedia del dover vivere in società. Ha scritto opere più taglienti ma, come sempre, tornare dalla Reza é un piacere.
Bella figura
Nel parcheggio di un ristorante una donna accusa l’amante, piccolo imprenditore prossimo al fallimento, di aver scelto, per la loro cenetta intima, un posto che gli è stato consigliato dalla moglie; quando finalmente decidono di andare altrove, lui, facendo manovra, investe un’anziana signora; niente di grave, tranne il fatto che l’anziana signora è lì per festeggiare il suo compleanno in compagnia del figlio e della nuora – che guarda caso è anche un’amica intima della moglie del fedifrago. Lo spunto, da commedia di boulevard, mette in moto l’inesorabile meccanismo del teatro di Yasmina Reza, il cui virtuosismo sta nel mostrare – mediante gesti minimi, battute feroci, plumbei silenzi – i patetici contorcimenti dei cinque personaggi, tutti costantemente sull’orlo di una crisi di nervi, per mantenere una parvenza di decoro: per fare, appunto, bella figura. Si ride molto, leggendo queste pagine, ma sempre sul filo di un’angoscia sottile, di un lancinante interrogativo. «Quello che mi interessa è osservare la musica dei comportamenti, e riprodurla» ha affermato Yasmina Reza: la quale orchestra il suo esilarante e grottesco quintetto con un senso acuto dell’ellissi e del sottaciuto, imprimendogli un ritmo impeccabile e tempi brillantissimi.
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Pagine_e_inchiostro 24 settembre 2025Bella figura
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