Recensioni C'era il mare

Finalista Premio letterario LA PROVINCIA IN GIALLO - ottava edizione
Dopo il successo del film Finché c’è prosecco c’è speranza, con Giuseppe Battiston nei panni di Stucky, Fulvio Ervas torna in libreria con l’ottavo caso dell’ispettore più ironico e geniale che ci sia. Due insoliti omicidi, due indagini parallele che si alternano a ritmo serrato: Stucky indaga a Treviso; Luana Bertelli, acuta ispettrice che mette a dura prova criminali e colleghi, a Marghera.
Un’ispettrice tosta che attira gli sguardi e al poligono insegna alle donne a sparare: Luana Bertelli, questura di Venezia. Un ispettore che ora pensiamo come Giuseppe Battiston, ma che conosciamo da anni: Stucky, questura di Treviso. Due morti ammazzati: un ex giornalista e un ex sindacalista. Il primo morto è a Treviso: unico indizio un foglio bianco. Il secondo è a Marghera: qui invece campeggia una scritta rossa. Le due indagini - e i due scenari - si alternano incantandoci con immagini solari mentre realtà più oscure affiorano qua e là. Finché non si scopre un terzo corpo, a metà strada tra Treviso e Marghera. Questa volta è un avvocato e, come le precedenti vittime, anni prima, all’epoca delle ‘fabbriche tristi’, attaccava i colossi della petrolchimica a Marghera, che in dialetto significa ‘c’era il mare’.)
Dopo il successo del film Finché c’è prosecco c’è speranza, con Giuseppe Battiston nei panni di Stucky, Fulvio Ervas torna in libreria con l’ottavo caso dell’ispettore più ironico e geniale che ci sia. Due insoliti omicidi, due indagini parallele che si alternano a ritmo serrato: Stucky indaga a Treviso; Luana Bertelli, acuta ispettrice che mette a dura prova criminali e colleghi, a Marghera.
Un’ispettrice tosta che attira gli sguardi e al poligono insegna alle donne a sparare: Luana Bertelli, questura di Venezia. Un ispettore che ora pensiamo come Giuseppe Battiston, ma che conosciamo da anni: Stucky, questura di Treviso. Due morti ammazzati: un ex giornalista e un ex sindacalista. Il primo morto è a Treviso: unico indizio un foglio bianco. Il secondo è a Marghera: qui invece campeggia una scritta rossa. Le due indagini - e i due scenari - si alternano incantandoci con immagini solari mentre realtà più oscure affiorano qua e là. Finché non si scopre un terzo corpo, a metà strada tra Treviso e Marghera. Questa volta è un avvocato e, come le precedenti vittime, anni prima, all’epoca delle ‘fabbriche tristi’, attaccava i colossi della petrolchimica a Marghera, che in dialetto significa ‘c’era il mare’.)
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