Cabaret Biarritz - José C. Vales - copertina
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Cabaret Biarritz
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Descrizione



Vincitore del Premio Nadal 2015, Cabaret Biarritz è un affresco letterario divertentissimo, polifonico e stravagante che regala ai lettori l’inedito ma fedele ritratto della Francia degli anni Venti: una terra di segreti, frivolezze mondane e feste che sembrano uscite dalle pagine de Il grande Gatsby.

«Una commedia che mescola magistralmente indagine criminale e parodia sociale» - El País

Nella Parigi del 1938, Philippe Fourac è il direttore e proprietario de La Fortune, una casa editrice dai toni popolari che si rivolge principalmente a un pubblico di signore benestanti. Nemico degli autori avanguardistici e dei tomi arcigni «che puzzano di letteratura», Fourac è alla ricerca costante di fatti e argomenti i cui aspetti «più truculenti, sanguinari e morbosi» possano essere trasformati, da una buona penna, in un romanzo di successo. Quando conosce Georges Miet, un giovane scrittore zoppo, quasi cieco e con più pulci dei ratti di Saint-Germain, il direttore capisce immediatamente che quel ragazzo malconcio è disposto a fare qualunque cosa pur di guadagnarsi da vivere con la scrittura. E così nasce il progetto «Cabaret Biarritz». Fourac incarica Miet di scrivere un romanzo «serio ma appetibile» sui drammatici fatti che una decina d’anni prima, precisamente nell’estate del 1925, scossero l’elegante località turistica di Biarritz, nel sud della Francia. Gli articoli di cronaca dell’epoca pubblicati su La Petite Gironde parlavano del corpo di una donna rinvenuto con una caviglia incastrata in un anello d’ormeggio del porto. Un caso rubricato dalla polizia tra i soliti tragici incidenti di «una notte di bagordi in Côte Basque». Arrivato a Biarritz, Miet intervista gli amici e i conoscenti della vittima, dopodiché passa al setaccio le maliziose ballerine del cabaret Les Sirènes, i ricchi vacanzieri di stanza al Casinò Bellevue, e una schiera pressoché infinita di governanti, gioiellieri, lanciatori di coltelli, artisti omosessuali e becchini. Più le dichiarazioni aumentano, tuttavia, più il mistero si infittisce. Quando scopre che i cadaveri di altre due persone erano già stati rinvenuti in circostanze molto simili alla prima vittima, la polizia inizia a pedinarlo e il suo editore gli intima di tornare a Parigi. Solo, impaurito e senza il becco di unquattrino, Miet è convinto che tre delle persone che ha intervistato – il giornalista locale conosciuto come «Vilko», il fotografo Marcel Galet e l’aristocratica e seducente Beatrix Ross – sappiano molto più di quello che gli hanno raccontato. Il problema è inventarsi un modo per convincerli a parlare.

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Cabaret Biarritz

Dettagli

31 marzo 2016
464 p., Brossura
9788854511408

Valutazioni e recensioni

  • FRANCESCA IOZZI

    A mio avviso un libro che sa di geniale. Tante storie nella storia, tanti personaggi e un'investigazione alla vecchia maniera, rudimentale e fantasiosa. Le pagine, anche se tante, scorrono piacevolmente e i personaggi si delineano in maniera sublime. Consigliato!

  • ALICE MICCHINI

    L'unico difetto che ogni tanto affligge la Neri Pozza è che la quarta di copertina a volte tende a presentare un libro ben diverso da quello che si ha in mano. In questo caso, ammetto che la sinossi era particolarmente difficile da scrivere in modo che fosse invitante ma non rivelasse troppo: nel 1925 una serie di morti sconvolge la stagione balneare di Biarritz, località sulla costa atlantica nel Sud della Francia. Nel 1938 un giovane scrittore, Georges Miet, viene incaricato dal suo editore di indagare e raccogliere testimonianze sugli accadimenti di quell'estate, per vedere se c'è il materiale per un romanzo a fosche tinte. Anni dopo ancora, quanto sopravvissuto di questo materiale mai dato alle stampe (recuperato dopo un incendio) viene pubblicato nella forma in cui è stato raccolta da Miet, ossia una lunga serie di interviste. Presentato così non é molto intrigante, ma qui subentra il talento dello scrittore che crea un "falso" spettacolare, dove i tanti personaggi coinvolti nel 1925 vengono ricostruiti attraverso le loro dichiarazioni, sincere o meno che siano, e le pungenti note di Miet che corredano il testo. Ci appassioniamo al trio che nel 1925 tentò di fare luce sugli strani eventi, mettendo in relazione le diverse tragedie accadute nella località balneare che si rivela alcova di vizi, rancori e segreti. Io mi sono divertita moltissimo a leggerlo, perché amo i romanzi come questo (sembra che l'autore si sia davvero seduto di fronte a tutti i suoi personaggi, dopo averli inventati e caratterizzati in maniera brillante, e li abbia intervistati), tuttavia potrebbe non entusiasmare chi si aspetta una caccia all'omicida più classica. E per questo critico la quarta di copertina, perché potrebbe creare aspettative che non verranno soddisfatte nel corso della lettura.

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