dirò subito che di questo disco apprezzo (e va apprezzato) il coraggio. sono lontani i tempi in cui de gregori usciva con un disco all’anno, parliamo ormai di circa 30 anni fa. tornare quindi ad una produzione ad un anno appena dal suo (a questo punto) penultimo disco “pezzi”, ed a pochi giorni dalle rispettive uscite di i.fossati e v.capossela, mi sembra un atto di coraggio. e non che il disco non meritasse di uscire: si tratta, infatti, a mio giudizio, di un’ottima prova d’autore. e’ stato detto, al momento della sua uscita, che il disco si caratterizzava per sonorità più acustiche, e quindi meno rock rispetto al precedente lavoro, quasi a voler proporre una chiave più intima dell’artista romano. abbastanza vero. il disco propone, soprattutto in alcuni brani, sonorità e temi più intimi, con strumentazioni essenziali dove è il testo a dover prevalere; mi riferisco in particolare a “cardiologia” e “la casa”, due autentiche perle. c’è il tema dell’amore nell’aria di questo disco, qua e là evocato ora in modo più chiaro, come nella prima canzone “cardiologia” appunto, ora in maniera più velata, accompagnandoci, lungo le altre 8 canzoni, fino alla fine con il brano forse più “leggero”, “tre stelle” che chiude un lavoro veramente molto ben riuscito. non mancano brani anche più tirati come mayday ed altri che stanno piacevolmente nel mezzo. essenziale, e forse per questo molto bella, la copertina del disco, come pure il richiamo estetico ai “vecchi” 33 giri, presente sulla facciata del cd.
