Il cappio è un lavoro

"Nessuno si era spinto così oltre. Nessuno, mai, era arrivato ad una tale s-forma di negazione e al tempo stesso di rielaborazione della scrittura nel suo farsi e nel suo disfarsi. Il paradossale accecamento della luce. Un uomo, comincia a tagliarsi a pezzi nel suo appartamento. Una misteriosa figura femminile lo accudisce fino a mostrare poi, la sua identità. Struggente e distruttivo. Dialoghi accecanti sull'amore e sulla sua negazione. Un itinerario lacerante e straziante. Insopportabile. Acuto e violento sull'esistere o sull'insistere a vuoto. Il racconto o l'anti-racconto della vita. L'arte, l'amore e la vita hanno ancora senso? Uno (scrittore) come Francesco Errico non avrà mai un luogo, uno scaffale, un posto, poiché non esiste regione o ragione che lo contenga." (Arturo Ribaldi)