Caro Bul. Lettere a Leone Traverso (1953-1967) - Cristina Campo - copertina
Caro Bul. Lettere a Leone Traverso (1953-1967) - Cristina Campo - copertina
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Letteratura: Italia
Caro Bul. Lettere a Leone Traverso (1953-1967)
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Descrizione


"Aprendo questo volume" scrive Margherita Pieracci Harwell "si ritroverà la Campo che conosciamo ... ma anche una affascinante figura nuova, di cui brilla a tratti la giocosità - che a detta di tutti ne iridava la conversazione, ma fin qui non avevamo visto trapassare nella scrittura - o d'improvviso scoppietta la maliziosa civetteria ... Sono la voce, queste lettere, di una limpida, calda, forte amicizia, prezioso residuo salvato all'estinguersi della gran fiamma di un amore che aveva formato e tormentato chi le scrive nell'arduo passaggio dall'adolescenza all'età illuminata dal sole al suo zenit". Cristina Campo e Leone Traverso (insigne grecista e germanista) avevano formato per anni "una coppia perfetta" - lui dotato di fascino, non solo intellettuale, lei di bellezza e di grazia - al centro di quella cerchia di scrittori fiorentini di cui nel dopoguerra facevano parte, fra gli altri, Tommaso Landolfi e Mario Luzi. Poi il rapporto si era incrinato, per chiudersi definitivamente nel 1956: troppo diversi, e lontani, il "rigore di spada" che contraddistingueva Cristina e la "mollezza veneta" che le sembrava di scorgere in lui. Tuttavia, a legare Cristina e Leone (a cui lei stessa aveva dato il soprannome di Bul) fu ancora per lungo tempo - e ne testimonia questa corrispondenza - una duratura comunione di gusti e di disgusti, la passione per la perfezione dello stile, e soprattutto la fedeltà profonda a una certa idea, alta ed esigente, della letteratura.

Dettagli

23 maggio 2007
214 p., Brossura
9788845921773

Valutazioni e recensioni

  • Cristina Campo è una di quelle figure assolutamente impossibili da incasellare, senza le quali la letteratura senza dubbio andrebbe avanti a suo senno allo stesso modo, ma in realtà sarebbe assai più povera; e la ricchezza della Campo sta nell' intransigente sua non essere attuale, di pensiero e di stile che rifulge non solo dagli scritti destinati alla pubblicazione, esemplari ma pochi, disperatamente pochi e quindi doppiamente preziosi, ma anche nella corrispondenza privata come in questo epistolario unidirezionale, in cui Cristina Campo scrive al suo uomo Leone Traverso, uno dei maggiori intellettuali del tempo. Ne risulta un rapporto basato soprattutto sulle affinità intellettuali e culturali. La relazione sentimentale tra i due viene piuttosto sussurrata, non è mai palese, tranne che nel momento della crisi. Nel libro vi è una sola lettera scritta da Leone Traverso, che paradossalmente è quella a mio avviso più bella e più profonda. Stupende le considerazioni di Traverso sul rapporto che intercorre tra il traduttore, l'opera che traduce ed il suo autore. La Campo insieme ai suoi amici lontani come Hofmannsthal, Simone Weil, lo stesso Leone è sicuramente una delle menti più importanti e fondamentali di questa seconda metà del novecento letterario. Consiglio vivamente la lettura di questo libro se avete amato Cristina o se ne volete conoscere le parole proprio perché è una benedizione sia in chiave poetica che saggistica.

Conosci l'autore

Foto di Cristina Campo

Cristina Campo

1923, Bologna

Scrittrice italiana. Pseudonimo di Vittoria Guerrini. Il padre Guido è musicista. La madre appartiene a una famiglia della buona borghesia bolognese.Trascorre la prima infanzia a Bologna, all'Istituto Rizzoli del quale lo zio materno, Vittorio Putti, è direttore. Il difetto cardiaco (che l'accompagnerà per tutta la vita) le impedisce di frequentare regolarmente la scuola («... fortuna immensa», dirà in proposito Elémire Zolla). Studia da autodidatta sotto la guida del padre e di alcuni insegnanti privati. Impara le lingue leggendo Cervantes, Proust, Shakespeare.Appassionata studiosa di Hofmannsthal, rivisita il mondo fantastico delle fiabe individuandone e decrittandone le simbologie. È traduttrice e critica, in entrambi gli ambiti riuscendo...

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