Che succede quando uno muore

L’anno scorso Trovarobato annuncia una collana di ristampe in vinile del proprio catalogo storico. Il primo volume della raccolta è “Che succede quando uno muore” di Babalot, pubblicato nel 2003 per Aiuola Dischi. Un album che rappresenta un punto di svolta (nonostante l’iniziale insuccesso) per la musica indipendente italiana. Sebastiano Pupillo, noto come babalot, è un cantautore siciliano, precursore di alcune tendenze musicali destinate a dominare il mercato discografico italiano dieci anni dopo. “Che succede quando uno muore” sono tredici brevi brani - perché quando si sa parlare con la musica non servono fronzoli - che affondano le radici nella scuola romana dei primissimi anni duemila. Tra le ispirazioni i Tiromancino, Max Gazzé e Daniele Silvestri, che Babalot reinterpreta in chiave personale. È un pop leggero e profondo, autentico nell’indole e sperimentale nella forma. Il cantautorato si intreccia a contaminazioni elettroniche, l’ironia amara si contamina con la malinconica e i paradossi linguistici.