L'argomento trattato non è sicuramente nuovo, ma in questo caso la trattazione è abbastanza diversa dal solito. Presente e passato si incrociano, si intrecciano fino quasi a diventare un tutt'uno. E' la storia di una giovane donna e madre che vuole scoprire a tutti i costi la verità su quello che è successo ai tempi di rastrellamento, deportazione.. è anche la storia di una ormai defunta donna che ha dovuto subire quanto detto. E che ha dovuto sopportare la morte del fratellino piccolo che era a casa ad aspettarla. La storia è per certi versi avvincente, ma non ho apprezzato moltissimo la trama e in particolare le conclusioni, molto poco credibile.
È una notte d'estate come tante altre, a Parigi. La piccola Sara è a casa con la sua famiglia, quando viene svegliata dall'irruzione della polizia francese e prelevata insieme ai genitori. Ha solo dieci anni, non capisce cosa sta succedendo, ma è atterrita e, prima di essere portata via, nasconde il fratello più piccolo in un armadio a muro che chiude a chiave nel tentativo di proteggerlo. È il 16 luglio del 1942. Sara, insieme a migliaia di altri ebrei, viene rinchiusa nel Vélodrome d'Hiver, in attesa di essere deportata in un campo di concentramento. Ma il suo unico pensiero è tornare per liberare il fratellino. Sessant'anni dopo, Julia Jarmond, una giornalista americana che vive a Parigi con il marito francese, inizia un'appassionante inchiesta su quei drammatici fatti che sono costati la vita a tredicimila persone, tra adulti e bambini. Julia ignora totalmente l'episodio del Vel d'Hiv, mette mano agli archivi, interroga i testimoni, va alla ricerca dei sopravvissuti, e le indagini la portano molto più lontano del previsto. Il suo destino si incrocia fatalmente con quello della piccola Sara, la cui vita è legata alla sua più di quanto lei possa immaginare. Che fine ha fatto quella bambina? Cosa è davvero successo in quei giorni? Quello che Julia scopre cambierà per sempre la sua esistenza.
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SILVIA BORGHESAN 03 luglio 2013
In una parola: Affascinante. Sì a tratti la scrittura è un po' pedante e ripetitiva (mi sono persa sei volte in alcune descrizioni delle strade parigine) però la storia è lodevole, veramente. Sensibile e vicina sia al cuore delle donne che a tutta l'umanità ingiustamente condannata. Bello. Se devo dire la mia non è proprio adatta a una lettura estiva, da ombrellone...però decidete voi, io intanto ve lo consiglio.
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BARBARA BETTELLI 09 maggio 2012
L'argomento è senza dubbio delicato, ma il libro mi ha innervosito perchè ha saccheggiato a piene mani un momento di storia importante (il rastrellamento degli ebrei a parigi, la reclusione nel velodromo e la deportazione ad Auschwitz), al solo ed unico fine di costruirci intorno una storia poco credibile, che comincia bene, ma che presto diventa un polpettone similsentimentale retorico, noioso, ripetitivo fino allo sfinimento e banale. scritto malissimo (temo abbia molte colpe anche il traduttore che sembra avere un bagaglio di vocaboli quanto mai limitato), si riduce tutto ad un patetico dispiacere per ciò che successe, alla storia della crisi di un matrimonio, con un finale a dir poco scontato. Superficiale ed evitabile.
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