Archibald J. Cronin è un noto scrittore del novecento. Nato in Gran Bretagna nel 1896, studiò medicina all’università e diventò chirurgo. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale come medico. Durante i suoi studi vinse numerosi premi letterari. Successivamente la scrittura divenne la sua principale attenzione. Viaggiò molto. Per un certo periodo visse anche negli USA con sua moglie e i suoi tre figli. I suoi romanzi sono più di trenta.
È dalla sua penna che nasce padre Francesco Chisholm, protagonista del libro “Le Chiavi del Regno”. La storia parte dal “principio della fine” come dice Cronin stesso. Francesco è un sacerdote ormai vecchio che viene “esaminato” nella sua parrocchia per controllare che possa ancora esercitare il suo sacerdozio. Da qui ha inizio un lungo flashback che occupa la maggior parte del libro. Cronin ci racconta la giovinezza di Francesco che è molto simile a quella dell’autore stesso. Francesco era un ragazzo vivace, nato da madre protestante e padre cattolico. Era di origine scozzese e amava la pesca. i suoi genitori morirono giovani e la ragazza che amava si suicidò perché promessa sposa di un uomo che non voleva. Entrò in seminario quasi obbligato dalla cara zia Polly. La vera vocazione a diventare sacerdote, Francesco l’intuisce solo dopo che i suoi studi erano ormai avviati. Ordinato prete, gli vengono assegnati i primi posti in cui deve esercitare il suo compito di curato. Ma queste esperienze non ebbero mai lieto fine.
La storia continua e ha un colpo di scena con l’incarico di una missione nella città di Paitan, in Cina. Padre Chisholm si ritrova a dover combattere per convertire la gente. L’antica missione era crollata e il povero prete deve ricostruire dal nulla. Nel continente straniero vi rimane per molti anni, vivendo con tanti problemi e difficoltà che non sembrano finire mai. La sua fede viene messa alla prova dalla peste che dilaga nella città, dal freddo che distrugge i campi, da una dura convivenza con la reverenda madre e con la missione dei padri protestanti. Infine arriva anche la guerra civile dove padre Chisholm viene fatto prigioniero. Dopo la sua liberazione, Francesco torna a casa, dove diventa parroco del paese natio. Il flashback termina con l’ultimo capitolo, dove il sacerdote viene lasciato alla sua parrocchia e alla sua pesca.
I personaggi non sono statici, ma subiscono un cambiamento sia fisico che morale durante i vari avvenimenti della storia. Cronin descrive, specialmente, come la gente che entrava a contatto col protagonista, mutava punto di vista o rimaneva della propria opinione.
Il linguaggio scelto dallo scrittore è semplice da capire, con anche termini specifici del contesto in cui viene ambientata la storia.
Cronin, dando vita a Francesco, sottolinea la sua credenza cattolica e la sua fede nella misericordia di Dio. Il giovane sacerdote, infatti, più volte durante il racconto, predica la possibilità di salvezza per ogni uomo. Probabilmente anche il titolo del libro, “Le Chiavi del Regno”, chiama la riflessione su chi veramente ha diritto a entrate in Paradiso. Su questo Francesco è molto sicuro: non si è cristiani solo per ciò in cui si crede ma per ciò che si compie e per chi lo si compie.
I primi capitoli del libro possono sembrare noiosi da leggere, ma sono fondamentali per poi capire il cammino interiore che compie padre Chisholm. Successivamente, dopo l’arrivo del protagonista in Cina, la storia diventa più movimentata e di piacevole lettura. Ci tengo a consigliarlo a tutti i giovani delle superiori. Ricordo che non è un romanzo di puro intrattenimento ma che richiede una’attenzione particolare che, se adoperata in giusta misura, stimola belle riflessioni qualunque sia la credenza religiosa del lettore.
