Clausewitz. Sangue di samurai

L'omicidio del primo ministro giapponese Itoshi ha scosso come un terremoto la comunità internazionale. Sotto la pressione delle Nazioni Unite, Tokyo ha autorizzato una piccola entità neutrale a partecipare all'indagine, e la Silent Corporation si è aggiudicata la commessa. Non è chiaro però in che modo una squadra di mercenari potrebbe svolgere con successo un'attività investigativa così delicata, tesa a stabilire la natura dell'attacco. Questione interna o atto terroristico di più ampia portata? Qui entra in gioco Clausewitz, secondo in comando del gruppo di fuoco, con le sue note capacità deduttive. È suo compito raccogliere indizi nella villa di Itoshi, teatro di un massacro che appare incompatibile con una ricostruzione logica. Otto guardie armate di mitragliette, fatte a pezzi da un uomo solo. Con una spada. Del resto quello è un posto maledetto, saturo di spiriti maligni, sostiene il capitano Takeda Fumiko del controspionaggio, la referente locale assegnata al team di osservatori esterni. Ma su un occidentale come Clausewitz il fascino delle filosofie orientali ha effetto fino a un certo punto. Anche se il killer sembra agire come una creatura ultraterrena, per un soldato dei corpi speciali esistono soltanto nemici in carne e ossa. Da affrontare e sconfiggere sul campo di battaglia.