Seguo Avoledo sin dagli esordi ed apprezzo soprattutto le sue distopie malinconiche (L'anno dei dodici inverni, La ragazza di Vajont...). La svolta 'noir-action' (si vedano gli ultimi romanzi pubblicati da Marsilio) mi ha stupito, ma è un autore che si fa leggere e tant'è. Questo Contrada mi è sembrato un po' leggerino, tirato via e concluso in fretta, con un finale improbabile... insomma, sotto la media-Avoledo. Il filone 'giallo italiano da classifica' - certo - ha il suo pubblico e... va bene così.
Come si uccide un gentiluomo. La prima indagine dell'avvocato Contrada
Un romanzo nerissimo e dolce, arrabbiato ed esilarante, tenero e feroce, che rispecchia alla perfezione il mondo di oggi: ugualmente pieno di inquietudine e speranza.
«Un tempo erano stati amici. Anche se amici non è forse il termine più giusto. Lavoravano nello stesso campo. Ma a un certo punto Vittorio aveva deciso di cambiare vita. Si era preso un anno sabbatico che poi si era prolungato, e al suo ritorno in campo colleghi e rivali erano rimasti a bocca aperta per il cambiamento, che proprio Vlad, il gladiatore in ascesa dello studio Capurro e Ricciardi, aveva sintetizzato così: "Cazzo, non c’è niente di più patetico di uno squalo che diventa vegano".»
«Il nostro autore più enigmatico, borderline, a tratti quasi alieno, per la sua capacità di raccontarci il presente come se lo vivessimo in un immediato futuro parallelo». - Sergio Pent, tuttolibri
«Il talento narrativo di Avoledo non si è mai tradito e il lettore resta incollato per ore alle sue pagine». - Il Piccolo
L’avvocato Vittorio Contrada, Controvento per gli amici, uomo senza peli sulla lingua e molto pelo sullo stomaco, ha cambiato vita. Lasciato il diritto societario per seguire soltanto cause ambientali o comunque “eticamente valide”, ha chiuso con i viaggi da sogno, gli affari milionari, i lussi indescrivibili e i polli da spennare, per rifugiarsi in uno studio sgarrupato con la sola compagnia di Gloria Almariva, collega combattiva e testarda ben lontana dallo stereotipo dell’avvocata di grido. Una cosa però è rimasta a Vittorio: la voglia di scontrarsi, e di vincere. Oltre alla passione per le belle donne e le auto d’epoca, ovviamente. Così, quando Valerio Del Zotto emerge dal suo passato per consegnargli una valigetta – la sua mitica ventiquattrore da cui uscivano sempre tesori o idee inestimabili – e poi morire poco dopo, Vittorio non può restare a guardare. C’è del marcio in quella ventiquattrore, su cui Vittorio si impegna a indagare insieme a Gloria. Il caso ha a che fare con un’isolata comunità montana e una spregiudicata speculazione edilizia, ma tra i fiumi che cambiano corso e le vallate presi - diate dalle ruspe si muovono poteri molto più grandi di quanto i due avvocati riescano a immaginare. Anche se a essere più pericolose a volte sono cose molto piccole, quasi insignificanti: cose come le idee. Tra una Milano che sale vorticosa – eccessiva, spietata, ingiusta – e un Friuli edenico e fiero che qualcuno sta cercando di distruggere, "Come si uccide un gentiluomo" è un romanzo nerissimo e dolce, arrabbiato ed esilarante, tenero e feroce, che rispecchia alla perfezione il mondo di oggi: ugualmente pieno di inquietudine e speranza.
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Autore:
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Anno edizione:2025
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Eclipse 17 agosto 2025La prima indagine...
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Lilli 18 febbraio 2025Ottimo
Ridurre i libri di Avoledo a solo gialli o solo noir o solo fantascienza, è sbagliato. Dio solo sa cosa c'è in quella testa. Io so solo che lo svolgimento dei suoi libri, non è mai banale. E ti lascia sempre sul chi vive. Questo non fa eccezione. Eppoi Avoledo non ha paura di schierarsi e in questo libro lo fa egregiamente
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