“La controvita” di Philip Roth è stato l’appuntamento riuscito; dopo le tre precedenti uscite assieme rubricate come “Ha tutte le qualità, ma non fa per me.” “La controvita” è un romanzo valido a tutti i livelli, ogni parte ha la sua misura pur se nelle sue smisuratezze, e non c’è niente di liso nel Roth che tratta il tema dello scrittore alle prese con le conseguenze del suo essere scrittore: rendere inedito un tema classico, ecco cosa fa uno scrittore. “La controvita” è un romanzo artisticamente maturo, il linguaggio è sempre giusto, la sua forma è sconcertante molto più dei suoi contenuti finalmente lavorati senza un ricorso visibilmente muscolare a uno studiato sconcertare. Il discorso sull’identità che diventa una gamma di discorsi tenuti da identità differenti. Una meravigliosa scissione dell’io che recita una ossessione dell’io. Ohssì, questo è il romanzo con il quale Philip Roth mi ha reso felice; anche per lui.
L’attesa nuova traduzione di un libro fondamentale dello scrittore americano, da tempo assente dagli scaffali delle librerie.
I fratelli Zuckerman, Nathan e Henry, alle prese con i «problemi» di sempre: la vita, la morte, il sesso, l’ebraismo. Ma questa volta secondo cinque possibili diverse versioni. Una commedia umana colta sempre nel momento dell’errore. Un imprevedibile e geniale gioco sull’esistenza.
La controvita è una vita alternativa, nuova, imprevista e bizzarramente reversibile. I due fratelli Zuckerman si scambiano i ruoli nei cinque episodi che nel romanzo si susseguono l’uno come controcanto dell’altro. All’inizio Nathan Zuckerman va al funerale di Henry, il fratello dentista, con in tasca un necrologio impronunciabile. Henry è morto durante un rischioso intervento chirurgico che doveva risolvere la sua impotenza sessuale. Ma poi è Henry che deve andare al funerale del fratello morto nel tentativo di risolvere lo stesso problema. In seguito toccherà a un amico di Nathan il compito di leggere il necrologio che questa volta Nathan si è scritto da solo. Intanto Henry è andato a rinascere come uomo e come ebreo nella Terra Promessa; ed è proprio da Israele che sta tornando Nathan – ora è guarito, ha cambiato vita e si è risposato con una quarta moglie che gli ha dato il primo figlio – quando viene coinvolto in un inverosimile atto di pirateria aerea... Sono uno, nessuno, centomila persone (e personaggi) che sognano una fuga o una rinascita, perennemente tentati da una vita alternativa che possa stravolgere il loro destino.
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Minimi segnid el tempo. Copia in ottime condizioni generali. Copertina rigida 393 9788806178963 Buono (Good).
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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SERENELLA SISCA 19 gennaio 2012
E' la prima volta che leggo Philip Roth. E' incredibile la sensazione di confusione che ti assale a metà libro...Una confusione buona, di quelle che ti spingono a leggere ancora e ancora per capire cosa succede. Consigliatissimo a chi non ama sapere come va a finire dopo le prime tre pagine lette.
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ALBINA FIAMMA 09 gennaio 2011
Cercate uno scrittore? Intendo uno che sappia scrivere "dannatamente" bene? Volete uno di quei libri che vi faranno pensare e ripensare a quanto avete appena letto? Allora affidatevi a Philip Roth e al suo "Controvita". Un solo ammonimento: tenetevi pronti a tutto, a ribaltare l'angolo di lettura, a farvi fuoriviare da chi racconta, alter ego dell'autore, a odiare e amare Nathan Zuckerman (personaggio cardine della letteratura rothiana), a credere al naturale dispiegarsi degli eventi finanche plausibili, condivisibili tranne scoprire che forse è solo l'ennesima beffa, l'ennesimo gioco di Nathan, personaggi che si animano e si ribellano all'autore, un affastellarsi di storie, pensieri, umori che accendono la fantasia del lettore pienamente consapevole di essere al cospetto di un genio, ovvero Nathan, ovvero Roth, ovvero se stessi con le proprie idee, le proprie paure, i propri desideri repressi e non, le mille congetture su vita, società, politica. Similmente pirandelliano Roth sfida se stesso regalandoci il meglio della sua istrionica, comica, irriverente narrativa. Zuckerman/Roth è uno capace di scrivere di sé, di quelli che gli stanno intorno, delle sue malattie, dar forma alle sue fantasie sessuali, sgretolare miti, pregiudizi, irridere falsi miti, parcelizzare strutture complesse, affrontare tematiche serissime quale la questione ebraica senza perdere contatto con la realtà. Restando sempre quel che è, uno sfacciato, snervante, egocentrico, eppure godibilissimo, uno che si vorrebbe come amico, uno con cui bere caffé e parlare di libri.. e non solo, perché Nathan è uno che potrebbe persino farti soffrire ma farlo con stile, mandando in frantumi tutte le tue certezze salvo riabilitarti un attimo dopo degnandoti dell'allure di personaggio nelle sue straordinarie storie. Un romanzo semplicemente perfetto. Geniale.
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