Raymond Carver rappresenta la storia della letteratura americana moderna, scomparso prematuramente ha segnato indelebilmente il panorama letterario americano e mondiale. Con il libro da dove sto chiamando viene definita la rappresentazione della realtà della società americana che fino ad allora non era stata considerata almeno dal punto di vista letterario. Carver dà spazio ai suoi personaggi ritraendo aspetti quotidiani con semplicità e perfezione linguistica. Discepolo di John Gardner e assiduo lettore di Checov ha iniziato da piccoli racconti restando fedele a questa fisionomia letteraria. Spettacolare è il racconto l'incarico.
Da dove sto chiamando
Da dove sto chiamando, l'"autoantologia" voluta da Carver nel 1988, poco prima della morte, presenta nella versione scelta e curata dall'autore racconti appartenenti a tutto l'arco della sua produzione, da quelli del libro d'esordio Vuoi star zitta per favore? ai sette "nuovi racconti" di Elephant. Permette così al lettore di scorgere forse nel modo più compiuto possibile gli orizzonti narrativi che si richiamano da un punto all'altro dell'ormai leggendaria "Carver Country". C'è ovviamente la coppia, fotografata nei suoi vari istanti, sovente nelle diverse fasi di una crisi: come in I chilometri sono effettivi; nel momento stesso di una separazione annunciata da una lettera dalla calligrafia "irriconoscibile", come in Pasticcio di merli. Le donne e gli uomini carveriani si trovano di fronte, all'improvviso e forse quasi senza accorgersene, alla resa dei conti con il sogno americano di provincia. Oppure a raggiungerli è un'eco di violenza: quella del reduce nero di Vitamine, che come amuleto porta con sé l'orecchio rinsecchito di un vietcong, l'esplosione di aggressività repressa di un padre mite in Biciclette, muscoli, sigarette o l'ottusità inquietante del protagonista di Con tanta di quell'acqua a due passi da casa. O ancora, è l'alcol a scandire le giornate di molti di loro, in racconti come Un'altra cosa, Attenti, Da dove sto chiamando.
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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EMANUELE VIVALDI 01 marzo 2017
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Da dove sto chiamando è una raccolta di racconti di Carver da lui appositamente scelti e riproposti senza la falciatura del suo editor. Si tratta di piccoli scorci di vita quotidiana e apparentemente anonima: la dimostrazione di un venditore porta a porta di aspirapolveri, un uomo che compra delle scarpe da ginnastica, un vecchio che tenta di disfarsi di vecchi oggetti nel giardino di casa. Ed ancora un gruppo di amici che tentano di spiegarsi cosa sia l'amore, un ragazzino alle prese con la separazione dei suoi, due genitori che vegliano il loro bambino in un letto di ospedale, un uomo che spiega ad un cieco come sia fatta una cattedrale (ed insieme lo scopre anche lui). Immagini ricorrenti sono la pesca (pesca in stagni ripugnanti, con bottini di guerra dalle irridescenze mostruose, pesci grassi quanto lenti e malati), le separazioni, la dipendenza da alcol, l'attesa spasmodica di una lettera, la sensazione che comunque si sia lì lì ad un passo dalla svolta.
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EDOARDO SORANI 21 settembre 2010
Le parole sono contate, giuste. Pagina dopo pagina, racconto dopo racconto, le storie di Carver nutrono la nostra curiosità senza sfamarla mai del tutto. Gli occhi scorrono le righe senza mai perdersi, assetati di quella narrazione asciutta e veloce che calza così bene alle storie raccontate, quelle di tutti i giorni. Madri, padri, figli e figlie, famiglie dell'america di tutti i giorni. Niente spettacoli con riflettori, niente sentimentalismi e soprattutto niente voli pindarici. La vita delle persone normali, raccontata attraverso storie che scavano nell'animo dei personaggi e del lettore, ponendolo di fronte alle enormi difficoltà della vita vera, lontana dalla tv. Un libro senza fronzoli, un libro semplicemente essenziale di cui nessuno dovrebbe fare a meno. Un libro coi fiocchi, anche se scritto senza lacci.
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