Delitto al San Domenico - Giacomo Tamburino - copertina
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Delitto al San Domenico
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Descrizione


Nel parco dell'Albergo San Domenico di Taormina la mattina del 22 settembre 1963 venne trovato il cadavere dell'ingegnere Villari, abile imprenditore e affascinante donnaiolo. Due proiettili lo avevano colpito al petto. La sera precedente aveva partecipato ad una festa svoltasi nei locali del prestigioso albergo dove era convenuta l'élite di Messina. Gli investigatori ritennero inizialmente che ad armare la mano dell'omicida potesse essere stata la gelosia, visto che l'uomo era conteso da più donne. La prima ad essere interrogata fu la moglie Miriam, veneta di origine. La seconda a deporre fu Benedetta, moglie di un noto industriale. La terza ed ultima donna sentita fu una giovane appartenente anch'essa alla buona società. Scartati i motivi passionali, le indagini si rivolsero all'ambiente di lavoro. Due lettere anonime e l'abilità del magistrato inquirente portarono alla confessione del colpevole.

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Nel parco dell’Albergo San Domenico di Taormina la mattina del 22 settembre 1963 venne trovato il cadavere dell’ingegnere Villari, abile imprenditore e affascinante donnaiolo. Due proiettili lo avevano colpito al petto. La sera precedente aveva partecipato ad una festa svoltasi nei locali del prestigioso albergo dove era convenuta l’élite di Messina. Gli investigatori ritennero inizialmente che ad armare la mano dell’omicida potesse essere stata la gelosia, visto che l’uomo era conteso da più donne. La prima ad essere interrogata fu la moglie Miriam, veneta di origine. Nota per il suo carattere distaccato dai comuni interessi e permissivo verso le abitudini sentimentali del marito, fu considerata subito del tutto estranea al delitto. La seconda a deporre fu Benedetta, moglie di un noto industriale. La sua apparente imperturbabilità e la rispettabilità derivante dalla posizione sociale sua e del marito, valsero a farla considerare anch’essa estranea alla morte del Villari. La terza ed ultima donna sentita fu una giovane appartenente anch’essa alla buona società, educata ad essere libera dagli abituali schemi comportamentali e pertanto naturalmente incline ad una mutevole vita sentimentale. Appunto per questo motivo non fu ritenuta passibile di sospetto. Scartati i motivi passionali, le indagini si rivolsero all’ambiente di lavoro. La rapida ascesa della vittima nell’imprenditoria edile, allora spesso contigua al potere mafioso, attivo nella spartizione degli appalti pubblici, attirò l’attenzione su altre piste..

Dettagli

160 p., Brossura
9788877513946
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