“La poesia dice troppo in pochissimo tempo” ha scritto Charles Bukowski. Dice troppo, sì è vero, ma soprattutto, riesce a fare ascoltare qualcosa che piace come una dolce musica. In un cammino sensoriale nella geo-poesia, potrebbe non risultare tutto intercettabile, non sarebbe raro dubitare: che avrà voluto dire il poeta? Non nell’opera di Miro Gabriele, dove ogni parola può essere interiorizzata, con cuore e lenti individuali. “Dentro lo sguardo” è un viaggio avventuroso nelle ombre, non solo dell’animo umano ma anche della natura, dell’ambiente, dei luoghi. Il poeta inquadra il buio, lo scruta, lo teme, ma alla fine lo scioglie con la Luce. Luce: quasi mai abbandona questa rivelazione chiara, salvifica, risolutiva. L’autore svela lo spirito più segreto, con sincerità; non rinuncia a sublimare il suo aspetto sensuale con candore, meraviglia, spiritualità. Ciascuna metrica racchiude un piccolo mondo fatto di storia personale, intime emozioni e riflessioni. Occhiate, sofferenze, incontri offrono al lettore una chiave che invita a riassaporare la propria sensibilità, magari dopo momenti oscuri che la vita non risparmia. Siamo di fronte a un racconto che induce una fibrillazione appassionatamente coinvolgente. Pur stupito, ammaliato dalle sensazioni e incrollabile estimatore della luce, l’autore non tralascia di proclamare riconoscenza a chi ha irrorato d’amore la sua strada, sentimento di commovente levatura. In conclusione, Gabriele ci ha elargito un lavoro bellissimo, da regalare a Natale e in qualsiasi altra occasione. Annarita
