Detriti del fiume celeste
Nella sua «lunga, magica vita» Gian Piero Bona è stato molte cose: studioso di tradizioni spirituali ed esoteriche, esploratore incantato degli orienti del mondo, traduttore di letteratura francese e tedesca, sceneggiatore, testimone di incontri con personaggi straordinari ma soprattutto poeta dalla voce inconfondibile per profondità di temi e preziosità di stile. Versi testamentari di un «vate zoppo» ormai sporto al «balcone degli addii», i "Detriti del fiume celeste" ne documentano la vitalissima senilità, visitata dalle terrifiche ombre ma anche dagli spiazzanti bagliori di una sempre più incombente "appropinquatio mortis". Epilogo di un sessantennale operato svolto in progressivo autoesilio dalle brutture della contemporaneità e dalle interessate logiche delle società letterarie, rappresenta il tassello conclusivo di una esemplare fedeltà alla poesia intesa quale strumento sommo del conoscere umano, vascello-viatico su cui imbarcarsi tra le onde della deriva globale imparando a tessere «un cantico a vela». Lo stesso che il poeta offre un'ultima volta ai lettori attraverso questo dolente commiato scritto nell'«ora del cuore in salita», nel momento rivelatore per antonomasia in cui l'«occhio profeta mostra/ di un'altra vita la meta infinita».
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Anno edizione:2024
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