Deviati

Conoscevo Matteo Zattoni come poeta e, quando ho scoperto che era uscita una sua raccolta di racconti, ho voluto impossessarmi di una copia e “testare” il poeta nelle vesti dello scrittore. Come si suol dire, buon sangue non mente. Zattoni, così come in poesia è profondo conoscitore dei mezzi e sa amalgamare suoni e parole con esiti mai banali, anche in prosa dimostra grande abilità stilistica, riuscendo a riprodurre con efficacia la psicologia complessa e in certi casi distorta di ogni personaggio. A titolo di esempio, potrei citare il secondo racconto, “Il sacrificio”, dove il linguaggio dalla precisione chirurgica, oltre a rendere il protagonista tanto vero quanto inquietante, denota un’intensa attività di ricerca sul tema specifico. Nel racconto “Mister!”, invece, un linguaggio più semplice e quasi “ingenuo” fa sì che il lettore entri in empatia con il protagonista fino a commuoversi. Ma i racconti di Zattoni non sono interessanti solo dal punto di vista meramente stilistico. In ogni racconto sono disseminate piccole verità a volte dolorose con cui noi, come i personaggi dei racconti, dobbiamo fare i conti. Per citarne alcune, mi vengono in mente: “Faceva male, quindi aveva ragione” oppure “Conta quanto bene vuoi tu. A te, dico. A te per primo”, o ancora, “bisogna vivere da protagonisti, e io lo sto facendo”. Sicuramente, una lettura consigliata e che non lascia indifferenti.