Diavoleide è certamente un piccolo capolavoro con il suo fuoco di artificio di personaggi, le metamorfosi continue, l’incalzare degli avvenimenti, le ripetizioni martellanti e rapide. Il lettore ne rimane spesso disorientato, soprattutto quando i personaggi sembrano dei pupazzi surreali, diabolici che spuntano da ogni parte, che volano. Sembra di trovarsi in un mondo diabolico! Quel Mutandoner, infatti, ora con la barba ora senza seppure in tono minore replicherà la figura di Woland nel capolavoro “Maestro e Margherita”, Korotkov perde i documenti e diventa Kolobkov. Un’orgia pirotecnica che investe con ironia la schiacciante burocrazia sovietica, che tutto inghiotte, disintegra persino l’individualità del singolo che perde il lume della ragione. E’ una specie di appendice di Maestro e Margherita, e si sentono chiaramente l’influsso di Kafka e soprattutto di Gogol’ . Soprattutto nel secondo racconto “Le avventure di ?i?ikov’”, gli stessi personaggi, come lo stesso ?i?ikov’, balzano dalle pagine gogoliane per entrare con grande gioia nella vita della società contemporanea, divertendosi diabolicamente e sfruttandola a proprio vantaggio.
Diavoliade
"Diavoleide (...) è un racconto scritto in modo furioso, pullula di verbi di moto, di ripetizioni martellanti, di dialoghi rapidi (...) So bene che è facile parlare con il senno di poi - di lì a tre anni, nel 1928, Bulgakov avrebbe iniziato a elaborare uno dei più grandi romanzi del '900 e di sempre: tuttavia, non riesco a non pensare che Mutandoner sia una versione primitiva di Voland, che le sue gesta racchiudano una prima idea delle peripezie di Azazel, Behemot e gli altri, che la sala con il colonnato in cui Korotkov (un Berlioz ante litteram?) incontra Jan Sobesskij sia un'anteprima della magnifica sala dove si svolge il Gran Ballo di Satana e che la trafila di segretarie che popolano Diavoleide siano il laboratorio dove Bulgakov perfezionò i personaggi femminili del romanzo che non sono Margherita. Forse è proprio con Diavoleide che il 'seme del diavolo' si impossessa definitivamente di Bulgakov: è da qui, da questo piccolo libro, allora, che bisogna partire per entrare nel mondo allucinato e grottesco di uno dei massimi scrittori del XX secolo." (Andrea Tarabbia)
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Anno edizione:2012
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