Si dice che quando una persona muore, presto o tardi verrà dimenticata. Io invece penso che, finché verrà ricordata, continuerà a vivere, a respirare nel nostro cuore, nella nostra anima. E questo non vale solamente per i nostri cari, ma anche per gli scrittori, per tutte quelle persone per noi molto speciali che, in un modo o nell’altro, si sono fatte spazio dentro ogni cellula di ciò che siamo. Nellie Bly continuerà a vivere e a respirare nel mio cuore, nella mia anima, finché vivrò. Come direbbe 🌟 Jane Austen 🌟, dal più profondo del mio cuore di donna, voglio ricordare e ringraziare e lodare Nelly Bly per l’incredibile forza e coraggio che ha dimostrato per essere riuscita a fingere di essere pazza e farsi internare per dieci, lunghissimi giorni, nel 1887, nel manicomio Bellevue dello Stato di New York e portare alla luce non solo questo libro-reportage, ma anche, forse, l’ennesima prova a conferma del fatto di quanto noi esseri umani siamo capaci di diventare. Non ci sono parole, IO non ho parole per esprimere la tristezza e la rabbia che ho provato nell’affrontare una delle letture più agghiaccianti che abbia mai affrontato. Tutta questa violenza nei confronti di donne non veramente pazze (ma anche se lo erano davvero) io proprio non la capisco, né la accetto. C’è da chiedersi dove sia finito l’animo umano, sensibile ed empatico dell’essere umano in sé. C’è da chiedersi: ma siamo ancora degli esseri umani? Io sono sconvolta. Questa lettura fa riflettere tantissimo, ma ne esci inevitabilmente sconvolta. Soprattutto se pensiamo che ancora oggi tutta questa violenza va a sbattere contro l’innocenza e l’incredulità di bambini negli asili e di anziani malati ricoverati nelle case di cura.
Dieci giorni in manicomio
Nel 1887, la reporter Nellie Bly, fingendosi una rifugiata afflitta da paranoia, si fece rinchiudere nel manicomio dell'isola Blackwell, allo scopo di scoprire le condizioni di vita delle donne ricoverate. Nel reportage nato da quell'esperienza, l'autrice racconta i soprusi e le violenze che le pazienti subivano. Fu grazie alla sua ricerca, però, che cominciarono a essere applicate le prime riforme negli istituti di igiene mentale.
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Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Federica 01 marzo 2025Un plauso a Nellie Bly
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Miky 22 maggio 2024
Bellissimo libro l’ho letteralmente divorato in meno di un giorno, cattura subito la tua attenzione appena si inizia a leggerlo
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Maria Carboni 10 maggio 2018
Nel 1887, inviata dal suo editore Joseph Pulitzer, la giornalista investigativa Nellie Bly si finge una rifugiata afflitta da paranoia per osservare dall'interno le condizione di vita delle donne ricoverate nel manicomio dell'isola di Blackwell (New York). Espone soprusi, violenze e trattamenti - salvo rare eccezioni - disumani e deumanizzanti realizzando un reportage chiaro ed illuminante sulle condizioni di vita di chi, per reale patologia o per sfortuna contingente (alcune delle compagne di 'prigionia' di Nellie Bly erano tanto sane di mente quanto lei), si ritrovava a essere condannata alla reclusione in manicomio.
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