Un capolavoro assoluto. Un libro che non smetteresti mai di leggere perché ti emoziona,ti commuove, ti diverte,ti sorprende, ti rapisce. La Szabò è una vera signora della letteratura,la sua,per usare un linguaggio musicale a me più congeniale, è una partitura ricca di temi,di voci,di canoni che si intrecciano dando voce a un canto che, pur nella ricchezza e complessità della sua orchestrazione,arriva limpido e semplice al cuore. Non ci sono voti per una fuoriclasse come lei,solo un grazie dal profondo del mio cuore per avermi regalato tanta bellezza.
Ditelo a Sofia
Budapest, estate 1957. Sofia ha undici anni e non riesce a capire il difficile mondo dei grandi intorno a lei. Timida e impacciata, studentessa mediocre e delusione continua per sua madre, Sofia aveva un buon rapporto solo con il padre, giovane medico stroncato da un infarto. "Ditelo a Sofia" sono le sue ultime parole, che diventano per la ragazzina un'ossessione. "Ditelo a Sofia"; ma cosa? Il desiderio spasmodico di conoscere l'ultimo messaggio del padre la spinge sulle tracce dell'unico testimone che era in ambulatorio in quel momento, il terribile signor Pongráz, l'anziano usciere della sua scuola. L'uomo nasconde, dietro la rabbia, un doloroso segreto, Sofia vede gli errori degli adulti, ma non giudica e cerca qualcuno che le voglia bene per quello che è. Insieme, l'anziano scontroso e la bambina troppo sensibile, cercheranno risposta alla loro silenziosa domanda d'amore.
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Autore:
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Collana:
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Edizione:5
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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antonio magno 05 marzo 2017
“Ditelo a Sofia” è l’ultima frase pronunciata dal Dottor Nagy prima d’essere colpito da un infarto. Sofia è sua figlia, ha undici anni e “non quadra”, un po’ come un’operazione di matematica male eseguita. La madre, proprio lei, che scrive libri sull’infanzia e lavora presso un istituto di Pedagogia, non riesce a capacitarsene: sua figlia è una ragazzina distratta, svogliata, una studentessa mediocre: “Il mondo era tanto interessante, si espandeva così tanto, giorno dopo giorno, che non le rimaneva molto tempo per la scuola”, la giustifica la scrittrice, penna sapiente e misurata durante tutte le quasi 400 pagine del romanzo. Ma la morte del padre, inevitabilmente sconvolge Sofia, ossessionata da quella frase. Cos’è che voleva dirle suo padre? L’unico che può sciogliere il dilemma è Pongràz, il paziente presente nell’ambulatorio quando suo papà è spirato, e forse conosce ciò che si nasconde dietro quell’ultima frase. Peccato che Pongraz sia proprio l’usciere della scuola di Sofia, un anziano scorbutico e dal passato misterioso che tutti i bambini temono. Non fatevi ingannare dall’età di lettura (dagli 11 anni), è un bella storia che si fa apprezzare anche dagli adulti.
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Magda Szabò è una scrittrice che fino ad oggi non mi ha mai deluso. In ogni suo libro ho trovato sempre un messaggio, uno spunto di riflessione soprattutto legato alla solitudine, a quel senso di esclusione o di incomunicabilità all’interno di una società o della famiglia stessa che può colpire tutti ma che diventa drammatico quando i protagonisti sono i bambini. Ed è proprio Sofi, la bambina che fa scattare tutte le vicende. La bambina ha appena perso suo padre, l’unico che più di tutti gli altri era in grado di capirla e di ascoltarla. Ma le ultime parole pronunciate dal padre prima di morire sono state "Ditelo a Sofia…..". Ora lei , timida, introversa, non capìta , soprattutto dalla madre che avrebbe voluto da lei qualcosa di meglio, vince tutte le sue paure lanciandosi in avventure per lei quanto mai insolite, per riuscire a capire proprio queste ultime parole del padre. E queste sue vicende faranno cambiare in positivo tutti i personaggi che lei coinvolge. La Szabò sa scavare all’interno dei pensieri delle persone che si confrontano con la giovane Sofia e sulla stessa bambina. Attraverso monologhi interiori, flussi di coscienza, emergerà la necessità per tutti di avere il coraggio di parlare, di confessare i propri sentimenti, le proprie colpe e anche i propri dolori senza temere il giudizio altrui. La sincerità, la comprensione reciproca, l’affetto e la solidarietà devono essere gli elementi portanti di una società. E così Sofia con gli altri personaggi che la circondano capirà finalmente quello che il papà avrebbe voluto dirle: che nel mondo esiste l’amore, soprattutto se anche tu sei pronto a darne.
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