Don Giovanni in Sicilia - Vitaliano Brancati - copertina
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Letteratura: Italia
Don Giovanni in Sicilia
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Scritto nel 1940 e pubblicato l'anno seguente, Don Giovanni in Sicilia racconta la storia di Giovanni Percolla, scapolo quarantenne consumato, come tutti i maschi catanesi, da un'inestinguibile sete sessuale. A un tratto, però, Percolla riesce a imprimere una svolta radicale alla propria vita grazie all'amore per la giovane Ninetta, che diviene ben presto sua sposa. Giovanni si sottomette completamente alla moglie, e per suo desiderio non solo abiura gli amici, le sorelle e tutte le abitudini coltivate fino a quel momento; ma abbandona anche la città natale per trasferirsi a Milano. Il soggiorno si rivela però un fallimento e i due, incapaci di adattarsi alla nuova realtà, tornano in Sicilia, dove Percolla precipita nella stessa inerzia fatta di gesti sterili e ripetitivi da cui aveva illusoriamente creduto di voler fuggire. In Don Giovanni in Sicilia Vitaliano Brancati porta alle estreme conseguenze quella deformazione grottesca di personaggi e situazioni tipica della sua narrativa, che finisce qui per assumere un carattere barocco mentre illustra, con i toni di un moralismo cupo, intriso di un amaro sarcasmo, il vizio di pigrizia e di inanità etica della borghesia meridionale.

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Don Giovanni in Sicilia [Paperback] Brancati, Vitaliano. .

Dettagli

8 maggio 2007
XVII-133 p., Brossura
9788804568285

Valutazioni e recensioni

  • Manuel
    Fantastica scorrevole lettura

    Fantastica scorrevole lettura capostipite del gallismo Italico o meglio Siciliano.

  • “Don Giovanni in Sicilia” è un romanzo dalla trama semplice e poco articolata, ma raccontata con uno stile fluido e brioso. È un romanzo brillante, ironico, assai diverso da ciò che ci si aspetterebbe se si pensa che è stato scritto e pubblicato negli anni della seconda guerra mondiale. Il motivo proposto dal romanzo di Brancati è quello del “gallismo”, ovvero l’ossessione erotica della donna, un dongiovannismo che però è solo di testa, che si risolve nell’immaginazione maschile, senza che mai si traduca in concrete azioni. Consigliato anche ai non galletti

  • Enrico Caramuscio

    Giovanni Percolla è uno scapolo catanese che vive oziosamente tra le coccole che gli riservano le tre sorelle zitelle con cui abita, un lavoro senza costrutto nella merceria di famiglia, lunghe ore di sonno, lauti pasti e un chiodo fisso che lo attanaglia giorno e notte: il gentil sesso. Così come i suoi amici e, a quanto sembra, la quasi totalità dei suoi concittadini e corregionali, Giovanni è ossessionato dal pensiero della donna. Una mania che però viene sfogata solo attraverso una morbosa immaginazione e un'infinità di fantasiose chiacchiere da bar, se si eccettua qualche squallida e poco soddisfacente esperienza a pagamento. Ma l'amore per Ninetta, incantevole continentale, sembra riuscire a cambiarlo, ad allontanarlo dalle proprie ossessioni e dalle sue pigre abitudini. Il protagonista si sposa, cambia città, amicizie e modo di vivere, sembra un'altra persona. Ma quanto tempo può durare tutto ciò? Si può veramente sfuggire alle proprie origini e alla propria natura? In antitesi con la tendenza del ventennio a promuovere un ritratto dell'uomo italiano attivo, coraggioso, forte e concreto Brancati propone una visione di maschio nostrano pigro, indolente, abitudinario e fanfarone. L'autore regala simpatici momenti di umorismo e un adorabile ritratto della sua bellissima regione, il tutto raccontato in bello stile e con un'ironia a dir poco pungente con cui si fa beffa delle ridicole velleità amatorie di Casanova immaginari e di chiunque pensa invano di poter mascherare le proprie radici e di riuscire ad apparire ciò che in realtà non è.

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Vitaliano Brancati

1907, Pachino (Siracusa)

Scrittore italiano. Compì gli studi a Catania e si trasferì a Roma per svolgervi l'attività letteraria e giornalistica. Suggestioni di problematiche esistenziali e di un già invadente erotismo appaiono nel romanzo "Singolare avventura di viaggio" (1934). In quell'anno Brancati aveva maturato la sua crisi politica che lo portò a ripudiare tutti i suoi scritti giovanili, improntati alla mitologia fascista dell'azione. Tornò a Catania e si dedicò all'insegnamento collaborando nel frattempo al settimanale "Omnibus".La nuova stagione letteraria si era aperta con "Gli anni perduti" (1938). Seguirono i romanzi di successo "Don Giovanni in Sicilia" (1941), "Il bell'Antonio" (1949), l'incompiuto "Paolo il caldo" (postumo, 1954). Ma l'opera di Brancati...

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